Yoshiyuki Tomino, Mobile suit Gundam (romanzi)


Sono pressoché certa di aver visto, quando ero una bambina, qualche puntata dell’anime originale Mobile suit Gundam del 1979. Nella mia mente riesco ancora a richiamare il fascino esercitato su di me dall’immagine di colonie spaziali artificali. La trovavo — e la trovo ancora — una cosa incredibile. Ricordo, però, nient’altro di quella produzione. Da adolescente venni introdotta (nuovamente) a Gundam con la serie Gundam wing (1995), che lo consacrò come fenomeno di successo in Occidente. Lo scorso anno, del tutto casualmente, navigando in internet, mi sono imbattuta nella serie del 1996 The 08th MS Team e, rimanendo positivamente colpita, incominciai a investigare l’intero franchising. È durante questa indagine che scoprii dell’esistenza dei romanzi di Yoshiyuki Tomino, usciti tra il 1979 e il 1981.

Tomino, creatore e regista della serie originale, evidentemente si rese conto che non aveva concluso l’esplorazione dell’universo Gundam e si mise a scrivere. Awakening, il primo romanzo della trilogia Mobile suit Gundam, fu pubblicato due mesi prima della fine della messa in onda del cartone animato. Seguirono Escalation e Confrontation.

Di che materia stiamo parlando? Di fantascienza a sfondo bellico.

Siamo nell’anno 79 del secolo universale e la guerra tra la Federazione terrestre, di cui fanno parte la Terra e le colonie spaziali da essa controllate, e il Principato di Zeon sembra essere arrivata a un punto cruciale con l’apparizione sui due fronti di unità umanoidi per il combattimento spaziale, figure politiche scaltre e persone dotate di un intuito sorprendente e superiori capacità mentali, i Newtypes.

La sinossi non deve ingannare: non si deve pensare che la trilogia di Tomino sia una trasposizione su carta dell’anime. Nei romanzi l’autore sciolse le briglie alla creatività, non dovendo preoccuparsi di veicolare messaggi promozionali per vendere gadget e dell’età del proprio pubblico, soprattutto non ipotizzando la possibilità di continuazioni e spin off.

La trama, di fatto, differisce dal cartone animato e i libri possono essere letti autonomamente dal franchising, come un’opera di fantascienza a sé stante. Nei romanzi maggiore spazio è dedicato a storia, analisi filosofica e caratterizzazione dei personaggi, che sono di più e, per certi aspetti, diversi da quelli della produzione televisiva.

Personaggi, tutti tra la tarda adolescenza e i primissimi vent’anni, profondamente lacerati da conflitti, che si trovano a vivere un’esistenza di grandi contrasti e contraddizioni. Da questo punto di vista, il caso di due dei protagonisti principali, i fratelli Char e Sayla, è emblematico. Figli di un colono visionario e idealista che innescò il processo di indipendenza di Zeon dalla Terra, quando il padre muore in circostanze poco chiare, finiscono a rifugiarsi proprio su quella Terra che non fa che imporre il proprio potere dispotico sulle colonie. Ancora ragazzini si trovano a percorrere strade diverse, che li porteranno a separarsi fino a trovarsi a combattere su fronti opposti.

Ho trovato decisamente interessante la decisione di Tomino di introdurre l’elemento evolutivo nell’umanità con l’avvento nello spazio che si traduce nella comparsa dei Newtypes: individui dotati di particolare sensibilità e discernimento, capaci di comunicare con il pensiero in una fusione di coscienze.

Alcune delle frasi più belle e liriche dell’opera sono dedicate proprio alla descrizione e all’emergere delle caratteristiche dei Newtypes:

[…] If there’s any difference between me and the people of Earth, it’s — how should I say it — it’s that the light of the stars is just as important to me as the Earth’s air is to them.”
Amuro Ray, p. 322.

[…] Man will become a more enlightened, refined and compassionate being. It is space — the act of living in an estraterrestrial environment — that will act as a trigger.”
Zeon Zum Deikun, p. 357.

Quelli qui sopra sono tra i più brevi che ho trovato, ma ci sarebbero interi passaggi da citare.

Sarà proprio la presa di coscienza delle proprie ricettività e potenzialità e il rifiuto di essere usati come strumenti da guerra a cambiare completamente le carte in tavola nello scontro tra Federazione terrestre e Principato di Zeon.

Nonostante si tratti di una space opera bellica, la guerra viene condannata pure rimanendo realistici. Lo stesso Amuro Ray, tanto eroe della trilogia quanto adolescente immaturo, come si addice alla giovane età, si rende conto dell’impossibilità di una realtà senza conflitti perché esistono governi e politici.

La prosa di Tomino mi ha spesso catturata per il lirismo e l’efficacia espressiva. La scrittura è riuscita così tanto a gratificare il mio gusto personale, che sono lieta per tutte le volte che l’autore ha raccontato anziché mostrato… e che show, don’t tell lo faccia qualcun altro! Alcune trovate le ho trovate anche parecchio audaci, come quando rielabora inaspettatamente una nota citazione dal Ventaglio di Lady Windermere di Oscar Wilde per tratteggiare in modo imprevisto un personaggio e incominciare a rivelarne le varie sfaccettature.

E ora veniamo a una nota sullo stile che potrebbe far prudere le mani a molti lettori: il più o meno velato maschilismo nella scrittura. Credo sinceramente che alcune persone potrebbero trovare certe espressioni usate nei confronti dell’intero universo femminile insopportabili. Vero che queste sono spesso proferite da ragazzi di 15-16 anni che non possono sfuggire allo sviluppo biologico, ma tant’è. D’altro canto le donne appaiono sempre come le più mature, capaci e brillanti.

I romanzi, in ogni caso, mi sono piaciuti moltissimo. Sono densi e complessi, talvolta difficili da leggere durante le pause al lavoro e nei momenti di attesa tra un impegno e l’altro, come mi è capitato spesso di fare, ma ne è valsa la pena.

Consigliati a chi apprezza la fantascienza, indipendentemente da una conoscenza dell’universo Gundam.

See you soon cyberspace cowboy…

Bibliografia:
Yoshiyuki Tomino, Mobile suit Gundam, Berkeley, Stone Bridge Press, 2012 

Commenti

  1. Ma è bellissimo! Però in inglese non posso farcela. Gundam lo ricordo solo di nome, non credo di aver mai visto l'anime però ricordo che adoravo Jeeg, Mazinga, Goldrake, Daitan...
    Forse da bambina non ero così allergica alla fantascienza :-)
    Quanti ricordi hai risvegliato!

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    1. In inglese è, in effetti, piuttosto complesso. Nella postfazione il traduttore spiega che anche in giapponese la prosa è articolata.

      Io non sono un'esperta di Gundam, però questi romanzi mi sono piaciuti parecchio.

      Eeh... i mitici anime di un tempo.

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  2. "Di fantascienza a sfondo bellico" ... WOW Ludo, questa volta letture a muso duro eh !! Non mi dispiacerebbe, ti dirò ...

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    1. Hai ragione. Le prima settantina di pagine, tra l'altro, è praticamente tutta di combattimenti. La trilogia, però, mi è piaciuta parecchio, soprattutto nelle parti incentrate sullo sviluppo dei personaggi.

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  3. Trovo sempre interessantissimi i libri che proponi, questo mi piacerebbe leggerlo perché trovo affascinante la fantascienza, soprattutto quando ha personaggi ben caratterizzati e un'analisi "filosofica" degli eventi. Devo migliorare la mia capacità di lettura in inglese per starti dietro^^
    Grazie per il consiglio e buone letture!

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    1. Questo è piuttosto difficile da leggere in inglese, in effetti. In ogni caso, l'ho apprezzato moltissimo: a mani basse e del tutto inaspettatamente, è stata una delle letture migliori del 2021.

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