Becky Chambers, The long way to a small, angry planet (The long way. Il lungo viaggio)

Rosemary Harper vuole distanziarsi quanto più possibile da una situazione personale difficile, quindi coglie al volo l’occasione di imbarcarsi su una perforatrice spaziale, la Wayfarer, come addetta all’amministrazione. L’equipaggio della nave spaziale è un carosello di specie e personalità diverse, ma Rosemary pare riuscire ad ambientarsi piuttosto facilmente. A sorpresa alla Wayfarer viene offerta un’occasione lavorativa tanto remunerativa quanto rischiosa. Per non perdere questa opportunità, l’equipaggio dovrà affrontare un lungo viaggio… verso un piccolo pianeta arrabbiato.


Per chi fosse interessato, questo romanzo è edito in lingua italiana da Fanucci con titolo
The long way. Il lungo viaggio.


Il romanzo  è il primo di 4, autoconclusivi e relativamente autonomi l’uno dall’altro, ambientati nello stesso universo. Questa opera ha vinto il premio Hugo come migliore serie.


Nonostante l’ambientazione fantascientifica, il libro è una cronaca di avventure, disavventure e attività più genericamente ordinarie dell’equipaggio di una nave. Che, poi, si tratti di una nave spaziale colora ulteriormente lo sfondo dell'ambientazione.


La narrazione si concentra soprattutto su ritrarre la diversità tra le varie specie, così come all’interno della stessa specie, e i rapporti che intercorrono tra gli individui sapients (versione universale di Sapiens/Sapiens Sapiens) della galassia.


Il crogiuolo di specie, le interazioni e le tensioni tra i vari sapients in cui ci imbattiamo di capitolo in capitolo richiamano le atmosfere di Star Trek e quelle della taverna di Tatooine in Guerre stellari.


Trattasi di un’opera corale. Rosemary è il nostro punto di ingresso, ma molti altri personaggi intervengono come narratori.


The long way to a small, angry planet è un romanzo di avventura vecchio stampo, dove a scuotere sono i moti del cuore dei personaggi anziché l'azione, che vuole essere un manifesto alla diversità,
alla sua complessità e al suo valore. Si finisce, quindi, per rimanere coinvolti dalla trama e riconoscere l’attualità dei temi affrontati.


Ho apprezzato gli sforzi profusi dall’autrice nel declinare il concetto di diversità in 402 pagine e mi sono fatta prendere dalla storia dell’equipaggio della Wayfarer, però non ho trovato questo lavoro incredibilmente originale: le specie ‘aliene’ potrebbero essere state prese da vari episodi di Star Trek, l'idea di fondo e la trama si ispirano alla narrativa d’avventura incentrata sullo sviluppo dei personaggi e, probabilmente, a Firefly.


Niente di male in questo, ma considerato il successo straordinario che la serie e, soprattutto, Il lungo viaggio stanno avendo, mi aspettavo qualcosa di più particolare.


Davvero intriganti sono gli accenni alla storia della specie umana, dei terrestri, a quella che, forse, è la più importante rottura al loro interno, che sembra saranno esplorati in uno dei romanzi successivi. Interessante anche il brevissimo inserto sulla biologia e l’evoluzione all’interno della galassia, che, forse, verranno approfonditi in seguito.


Mi è piaciuto, ma non credo che andrò avanti con la serie. Almeno per adesso.


See you soon cyberspace cowboy…


Bibliografia:

Becky Chambers, The long way to a small, angry planet, London, Hodder & Stoughton, [2018]

Commenti

  1. L'ho letto lo scorso anno e mi è piaciuto, non particolarmente originale, ma intrattiene bene, mi sono affezionata molto ai membri dell'equipaggio e ho apprezzato le tematiche sulla diversità.
    Mi piacerebbe leggere anche gli altri.
    Sai se sono stati tradotti?

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    1. Effettivamente anche io mi sono affezionata molto ai personaggi. L'autrice è proprio abile a far sentire il lettore coinvolto con le vicende dei protagonisti.

      Alla fine, ieri, ci ho ripensato e ho ordinato anche il secondo e il terzo volume. Sono interessata, soprattutto, alla trama del terzo, ma penso sia meglio leggere anche il secondo.

      In italiano, il secondo volume è pubblicato sempre da Fanucci con titolo A closed and common orbit. L'orbita ordinaria.

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    2. Ah ecco XD XD Speriamo siano carini ;) Si, dopo che ti ho scritto l'ho trovato^^ Non avevo fatto caso che la seconda parte del titolo era in italiano e pensavo non l'avessero tradotto.
      Buone letture!

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  2. Leggendo la tua recensione mi hai fatto venire voglia di leggerlo nonostante, come dici tu, non sia un'idea originalissima.
    Di Star Trek ricordo ancora la vecchia serie tv che da piccola mi piaceva parecchio e forse è per questo motivo che questo libro mi attira particolarmente.

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    1. Guarda, alla fine, è piacevole. Si tratta di un romanzo molto incentrato sui personaggi. Uno di queli libri che ti fa sentire bene, anche perché tensioni e conflitto non sono, poi, così aspri.

      Avevo scritto che non avevo intenzione di andare avanti nel prossimo futuro, ma la curiosità mi ha fatto rimangiare le parole: ho ordinato il resto della serie in brossura (il quarto volume, per ora, è disponibile sono in legatura rigida.)

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  3. L'avevo intravisto ma senza dargli possibilità ... mi sa che ora un pensierino lo faccio

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    1. Io l'ho trovato molto piacevole. Forse un po' lungo per quello che è, ma una lettura che ti fa sentire bene.

      Come scrissi nei precedenti commenti, mi sono anche rimangiata le parole del post e ordinato i prossimi due volumi nella serie.

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  4. Stavo per dire che anche se sembra davvero molto interessante forse stavolta posso lasciar stare, ma ho letto qui nei commenti che invece hai deciso di proseguire con la serie, e allora la curiosità mi risale, e mi sa tanto che *devo* aggiungere alla wishlist pure questo! Lo sapevo che il mese dedicato alla fantascienza mi avrebbe fatto male! XD

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    1. Si tratta di un libro che ti scalda il cuore. L'ambientazione fantascientifica rimane quasi un espediente sullo sfondo, però il romanzo funziona.

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