Racconti scapigliati, a cura di Roberto Carnero


Incubi, ossessioni, fantasmi, sdoppiamenti. Sono i temi centrali dei racconti di Arrigo e Camillo Boito, Igino Ugo Tarchetti, Luigi Gualdo, Remigio Zena, e riflettono i turbamenti di un’età di passaggio, tra Romanticismo e Decadentismo. Specularmente, la verve linguistica, la scrittura frizzante e l’umorismo di Carlo Dossi, Giovanni Faldella Achille Giovanni Cagna diventano sperimentalismo stilistico, facendosi strumento di una critica feroce ai miti e ai riti della socità borghese.
Un’antologia di racconti della Scapigliatura, non solo milanese, permette così di riscoprire una delle più interessanti avanguardie italiane, il movimento che forse meglio di altri ha espresso, sul piano letterario, l’inquietudine e le delusioni postrisorgimentali, mostrandone aspetti sociali e perfino linguistici tuttora irrisolti.
Sinossi tratta dal retro del mio esemplare.

Quando penso al panorama della narrativa italiana, niente grida autunno e inverno come i racconti degli autori riconducibili all’avanguardia della Scapigliatura.

L’antologia a cura di Roberto Carnero contiene una selezione di alcuni dei più rappresentativi racconti di autori che sono ormai quasi caduti nel dimenticatoio, non fosse atro perché a scuola si affrontano quasi mai. Da questo punto di vista, io fui fortunata perché, alle superiori, qualcosa mi fecero leggere ed è da allora che ne rimasi stregata.

Tantissima della produzione letteraria italiana ottocentesca considerata classica è inevitabilmente legata a temi e sentimenti risorgimentali per poi subire un brusco fermo e, quindi, catapultarsi nelle correnti del Decadentismo e del Verismo.

All’indomani dell’Unità d’Italia, però, in tanti rimasero insoddisfatti, constatando che l’unione nazionale non si era necessariamente rivelata quello che si sperava, che non aveva portato i cambiamenti che ci si auspicava. Anche questi sentimenti sono stati riflessi nella letteratura italiana, per esempio nei lavori scapigliati.

Tanto nell’opera di coloro che abbracciarono i temi del fantastico e del macabro, quanto in quella di coloro che si diedero alla satira, l’insoddisfazione, la rappresentazione di una società malata e la critica sociale affiorano sempre in superficie.

Se devo essere sincera, tuttavia, non sono solo questi i topoi che mi attraggono della narrativa scapigliata. Si tratta più che altro della finestra letteraria che offre su un’Italia di cui ci ricordiamo poco: le descrizioni di Milano e altre città negli anni Sessanta e Settanta del XIX secolo sono un tesoro, impagabili i ritratti della borghesia dell’Italia post-unitaria, sorprendente lo sperimentalismo per i temi paranormali che non ha precedenti nel nostro paese e risente di influenze estere (Hoffman, per esempio).

Visto il rapido approcciarsi di Halloween, è stato estremamente piacevole leggere e rileggere i contributi di Arrigo Boito e Iginio (Igino in questa edizione) Ugo Tarchetti. Soprattutto quest’ultimo è sempre un narratore efficace e incisivo, capace di incredibili guizzi di genio. Nei suoi racconti si trovano episodi di reincarnazione, persone che portano in loro la marchiatura del male, ossessioni, follia... C’è da chiedersi che impronta avrebbe potuto lasciare nella letteratura italiana se non fosse morto a 29 anni, stroncato da tifo e tisi.

Antologia consigliatissima per avventurarsi alla scoperta di perle della narrativa italiana dimenticata.

Per chi fosse incuriosito, di Tarchetti e di alcuni suoi racconti fantastici avevo precedentemente scritto qui.

See you soon cyberspace cowboy...

Bibliografia e link:
Racconti scapigliati, a cura di Roberto Carnero, Milano, BUR, 2018
Ho scritto di Tarchetti anche qui: https://ludo-ii.blogspot.com/2013/09/racconti-hoffmann-e-tarchetti.html 

Commenti

  1. Mi hai fatto ritornare alla mente i miei studi classici (almeno negli ultimi anni Ottanta questi autori venivano studiati alle superiori) e venire il desiderio di recuperarli. Alle medie, dove insegno, mi capita di consigliare in particolare il repertorio di Poe e Lovecraft, ma è necessario rifarsi anche a questi autori italiani. Grazie per questo post preziosissimo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non fosse altro per la prosa curata che molti degli Scapigliati ci regalarono in un periodo che, negli studi scolastici attuali, è dominato dalla poesia, direi che questi autori andrebbero riportati all'attenzione.

      Elimina
  2. Ciao Ludo! Sembra una lettura molto intensa! :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Effettivamente è stata una lettura piuttosto intensa. Consiglio, in ogni caso, di provare ad avvicinarsi alla narrativa scapigliata. Magari con le edizioni gratuite che si trovano su internet, visto che i diritti patrimoniali d'autore sono decaduti.

      Elimina
  3. Che bel post Ludo! Grazie! Mi hai portato indietro nel tempo e a ricordare il professore di italiano del liceo che era davvero fantastico.
    Questa antologia è splendida, devo assolutamente averla!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Questa antologia, effettivamente, è proprio bella. Anche l'introduzione è un ottimo strumento per inquadrare l'avanguardia della Scapigliatura, così come ogni autore, ma anche ogni racconto... quindi si potrebbe voler optare per leggerla alla fine.

      Elimina
    2. Grazie anche per questo ulteriore e prezioso consiglio, lo terrò presente.

      Elimina
  4. Mi ricordavo del tuo vecchio articolo (perché ero rimasta piacevolmente colpita da "The golden pot and other tales", che grazie a te ho recuperato e mi è anche molto piaciuto) e questo è altrettanto intriso di interesse per quesa corrente in particolare, si vede che apprezzi molto questo spaccato di narrativa italiana! Bell'articolo davvero 👍👍👍

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono lieta che ti sia piaciuto The golden pot and other tales. Mi piace parecchio Hoffman. Mi piace molto anche la produzione scapigliata, come hai notato.

      Elimina

Posta un commento