Soji Shimada, The Tokyo zodiac murders (Gli omicidi dello zodiaco)


Giappone, anni Trenta.
Heikichi Umezawa, un uomo ricco, eccentrico, appassionato di astrologia, alchimia e occultismo, viene ritrovato morto con il cranio sfondato da un oggetto appuntito, nel suo studio chiuso a chiave dall’interno. È mattina e ha nevicato per tutta la notte, non ci sono tracce e tutti i possibili sospetti hanno alibi di ferro. L’artista ha appena completato l’ultimo di una serie di dipinti di soggetto astrologico. Ma soprattutto, tra i suoi appunti, gli inquirenti scoprono un progetto mostruoso: la creazione di Azoth, l’essere femminile perfetto, assemblando parti del corpo di due sue figlie, due figliastre e due nipoti. Ognuna di queste ragazze, tutte vergini comprese tra i 18 e i 25 anni, appartengono a segni astrologici diversi e ideali per formare la creatura che costituisce l’ispirazione e il sogno di ogni alchimista. Chi ha ucciso Heikichi Umezawa? E chi ha messo in pratica il suo orrendo delirio? La Seconda guerra mondiale e la catastrofe del Giappone interrompono le indagini, ma trent’anni [il conflitto mondiale] dopo un famoso maestro astrologo, appassionato di investigazioni, e il suo giovane assistente riprendono le fila di quel cupo enigma…
Sinossi tratta da Amazon.it per l’edizione italiana del romanzo

Per chi fosse interessato, questo romanzo è edito in italiano da Giunti con titolo Gli omicidi dello zodiaco.


Buon ferragosto!

Il giallo giapponese dell’estate sembra essere I sette killer dello Shinkansen, ma la trama non mi ha catturata, quindi sono andata controcorrente e mi sono buttata sul romanzo di Soji Shimada, scritto originariamente nel 1981.

The Tokyo zodiac murders fa parte del sottogenere honkaku, “ortodosso”, del giallo, in cui al lettore sono forniti tutti gli elementi necessari per risolvere il caso. I personaggi del romanzo e il lettore hanno a disposizione gli stessi indizi e nella narrazione non sono previsti intuizioni e colpevoli tirati fuori dal cappello a cilindro, per magia, dal nulla. Questo sottogenere, per esempio, si discosta da tante opere a tema investigativo tradizionali, anche appartenenti alla narrativa giapponese, come i racconti che hanno come protagonista il detective Hanshichi, ambientati nel periodo Edo.

Sono riuscita a risolvere il mistero? No e non ci ho provato: mi sono lasciata condurre dalla penna di Shimada e dalle indagini di Kazumi e Kiyoshi, i due protagonisti del romanzo che, a distanza di oltre quaranta anni dagli omicidi che hanno sterminato numerosi membri della famiglia Umezawa, decidono di provare anche loro, tra i tanti, a trovare una risoluzione al caso.

Contrariamente alla maggior parte dei fanatici che aveva provato a risolvere i delitti dello zodiaco, Kazumi e, soprattutto, Kiyoshi sono mossi anche da una questione d’onore e hanno il vantaggio di un ulteriore indizio che nessuno, neanche la polizia, conosce.

Questo è il classico giallo spassoso a ritmo sostenuto. L’autore è estremamente abile, nella prima parte, a delineare il quadro della situazione e a fornire gli indizi necessari sui quali lavoreranno Kazumi e Kiyoshi.

Kiyoshi appare da subito il vero eroe del romanzo, astrologo talentuoso, dotato di grande intuizione, spesso perso nei suoi pensieri, è il vero motore della narrazione. Kazumi, suo amico e assistente improvvisato, è il narratore principale, che ricorda elusivamente e ironicamente il dottor Watson, sempre un passo indietro a Holmes, nonostante l’intelligenza e lo spirito di iniziativa. E qui finisce qualsivoglia paragone con Sherlock Holmes di cui, per altro, Kiyoshi non sembra essere un grande estimatore.

Romanzo originale e di grande intrattenimento, agghiacciante nei dettagli riguardanti i delitti; a volte la narrazione riesce a essere anche compassionevole e incredibilmente triste nei racconti di testimoni e persone coinvolte, a vario titolo.

Praticamente perfetto per chi vuole respirare le atmosfere di un giallo un po’ esotico sia da un punto di vista topico che cronologico e, si sa, viaggiare al di fuori dell’Europa è ancora difficile e viaggiare nel tempo per l’uomo dovrebbe essere ancora impossibile, per quel che ne so.

See you soon cyberspace cowboy...

Bibliografia e link:
Soji Shimada, The Tokyo zodiac murders, London, Pushkin Vertigo, 2021
The curious casebook of inspector Hanshichi. Detective stories of old Edo: https://ludo-ii.blogspot.com/2021/06/kido-okamoto-curious-casebook-of.html 

Commenti

  1. Adoro i gialli che ti inducono ad indagare! Questo in particolare mi ispira tantissimo! Recensione stupenda come sempre e buon Ferragosto in ritardo :)

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    1. Questo è decisamente un giallo che spinge a indagare gli appassionati, ma è molto complesso, quindi io mi sono limitata a seguire il narratore.

      Spero che tu abbia trascorso un buon ferragosto.

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  2. Aiuto! Prendo per buona la tua definizione di "giallo spassoso" perché se mi fossi basata sulla sinossi tratta da Amazon l'avrei sicuramente scartato in quanto troppo inquietante.
    Dopo aver letto la tua recensione, invece, devo dire che mi sembra davvero intrigante.

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    1. Anche io non me lo aspettavo "spassoso", anzi al primo incontro mi sembrò così raccapricciante, che non considerai l'acquisto, poi... Il fatto che gli omicidi siano avvenuti nel 1936 e i due protagonisti indaghino nel 1979 aiuta: è un cold case, i cui omicidi sembrano essere avvenuti in un tempo molto remoto, la sensazione di distacco aiuta.

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