Allegra Goodman, The chalk artist


Arkadia. Questo il nome della compagnia che ha conquistato milioni di giocatori con
i propri video game. È durante gli sforzi per la creazione dell’ultimo prodotto di Arkadia che incontriamo e seguiamo le vite di un manipolo di personaggi e, in particolare, dell’artista Collin, l’insegnate Nina e il gamer adolescente Aidan.

Romanzo non tradotto in italiano, forse a seguito del tiepido successo ottenuto da The cookbook collector (Il collezionista di ricette segrete), che patì l’inane paragone con Ragione e sentimento e di cui scrissi qui.

Un altro romanzo corale della Goodman, che riesce ancora a sorprendermi per la capacità di trasformare in narratori così tanti personaggi. Da un lato questa può essere considerata una tecnica per far dispiegare la trama agilmente, senza preoccuparsi, nel caso di narratore singolo, di trovare modi per svelare cosa muove gli altri personaggi; senza ricorrere al narratore onnisciente, che a tanti lettori di narrativa contemporanea può risultare stonato. D’altro canto credo sia complesso coordinare in modo armonioso una molteplicità di punti di vista, specialmente quando due diverse voci si accavallano nello stesso paragrafo.

Lo sforzo più apprezzabile, però e dal mio punto di vista, l’autrice lo ha fatto nello scrivere alcune scene di gruppo, un paio di lezioni di Letteratura americana, per la precisione. Sono narrate dal punto di vista di Nina, insegnante alle prime esperienze in una scuola superiore, che si trova davanti un piccolo esercito di studenti, tutti diversi, tutti con la propria personalità, tutti che interagiscono in modo diverso in classe. Fa quasi paura osservare tutto dagli occhi di Nina, che si trova a dover affrontare chi non ha alcun interesse nella lezione e incomincia a parlare, chi si alza per andare a temperare la matita, chi dimentica i compiti, chi ha una discussione…

Come scrivevo in sinossi, in ogni caso, le storie dei personaggi principali girano attorno ad Arkadia.

Nina è figlia del CEO della compagnia e, fin da piccola, ha vissuto in una sorta di mondo fantastico, ma irreale, dal quale preferisce stare lontana da adulta. Adesso ha bisogno di certezze e concretezza e di impiegare la propria esistenza in qualcosa che sente essere davvero utile, di qui la sua scelta di dedicarsi all’insegnamento.

Collin è un abile artista del gesso, il chalk artist del titolo, e, grazie alle proprie abilità e all’intercessione di Nina, viene assunto ad Arkadia, trovandosi avviluppato nelle maglie creative di geni schiavi delle proprie ossessioni.

Aidan è un adolescente che ha deciso di lasciarsi affogare nell’universo virtuale dei giochi di Arkadia, di fatto incominciando a rapportarsi in modo distorto con la realtà.

I tre protagonisti principali sono tutti — chi più chi meno — degli antieroi, per quanto inconsapevoli, il che li rende anche decisamente umani e verosimili. L’autrice, però, sembra nutrire una certa fiducia in loro e fa intuire che una possibilità per migliorarsi ce l’hanno. All’estremo opposto abbiamo alcuni personaggi secondari, quali Paul, lo zio di Nina, una delle menti più spietate e ambigue all’origine dei giochi di Arkadia, che Nina ricorda sempre uguale e sembra non essere destinato ad alcuna evoluzione.

Una delle tematiche che il romanzo esplora è l’impatto che la realtà virtuale può avere sugli individui. Non che riesca a essere una riflessione di ampia superficie, però, visto che il libro è talmente incentrato sui personaggi, che rimane un’indagine in un microcosmo. Di qui la scelta rimane al lettore, se vuole procedere per induzione o capire se i videogiochi e la realtà virtuale sono fenomeni ben più variegati e complessi.

See you soon cyberspace cowboy…

Bibliografia e link:
Allegra Goodman, The chalk artist, New York, The Dial Press, 2017
Dedicai un post a The cookbook collector qui: https://ludo-ii.blogspot.com/2020/06/allegra-goodman-cookbook-collector-la.html


Commenti

  1. Ricordo quando avevi scritto del Collezionista di ricette segrete, mi ero segnata il titolo tra quelli da leggere prossimamente.
    A dire il vero anche questo mi ispira parecchio come trama, forse ancora di più. Lo terrò presente nel caso decidessero di pubblicarlo in italiano.
    Il tuo post è davvero convincente!

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    1. Come tu stessa hai scritto, sono molto diversi a livello di trama. Forse nella Collezionista di ricette segrete si intrecciano molte più storie.

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  2. Il narratore onnisciente è sempre stato il punto debole di tanta letteratura. Il trucco sta nel fregarsene e prendere le cose per quelle che sono, ovvero delle storie. La scelta dei narratori multipli è vecchia come il mondo (basti pensare a Bram Stoker) e teoricamente dovrebbe essere anche più facile da impostare (ma non lo prendere per certo... ti parla uno che scrive giusto la lista della spesa)....

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    1. Concordo.

      Qui, però, i narratori multipli non funzionano come in Dracula o in libri in cui ogni capitolo è narrato da un diverso personaggio. In the Chalk artist capiti che si salti da un narratore all'altro all'interno dello stesso paragrafo.

      C'è un capitolo in cui Nina fa lezione e seguiamo il suo punto di vista, poi, a un tratto, il narratore cambia e diventa una delle persone che sta seguendo la lezione, poi si ritorna di nuovo a Nina.

      Niente di nuovo, più che altro è interessante quanto, a volte, repentini e improvvisi questi cambiamenti siano, rende il ritmo della narrazione incalzante.

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  3. E' un libro che mi ispira molto nonostante ci siano diversi elementi che di solito mi creano un po' di diffidenza ... sono piuttosto curiosa !

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    1. Uno dei pregi è che è molto scorrevole, quindi, anche se ci sono degli aspetti che non ti ispirano o catturano, la lettura scorre veloce.

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  4. Solitamente il pov multiplo non mi piace nei romanzi, mi fa perdere un po' il senso di immersione nella storia, qua però mi sembra qualcosa di diverso dal solito. È come un flusso di coscienza corale o mi sbaglio? Sicuramente stuzzica la curiosità.

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    1. In un certo senso, qui, il pov multiplo aiuta a immergersi nella storia. Non parlerei di qualcosa di raffinato come un flusso di coscienza corale, l'idea però rende.

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