Fred Van Lente, Ten dead comedians


Il re della risata Dustin Walker invita sulla propia isola privata nei Caraibi dieci comici con la promessa di discutere su un progetto di collaborazione artistica. Quando i nostri invitati arrivano a destinazione scoprono che l’isola è deserta e che il padrone di casa si è suicidato. Cosa ancora più inquietante è scoprire che Dustin ha previsto che ognuno dei suoi ospiti sia eliminato. Incomincia una serie di macabri omicidi...

Purtroppo questo romanzo non è disponibile in lingua italiana. Come risulta chiaro dal titolo e dalla sinossi, però, si tratta di una rivisitazione di Dieci piccoli indiani di Agatha Christie, quindi si può sempre optare per leggere il grande classico in alternativa.

Portai avanti la lettura del lavoro di Fred Van Lente insieme ad altre opere e — devo ammettere — non fu la scelta migliore: i personaggi sono molti e, per quanto ben caratterizzati, leggendo un capitolo ogni tanto, può diventare difficile distinguerli.

L’autore è abile nel fare agire i personaggi come comici, quali sono, ma in un contesto così drammatico da rendere qualsiasi vena umoristica sempre nera. Neri sono anche alcuni aspetti della personalità dei protagonisti e, naturalmente, sono quelli che emergono nella situazione di isolamento e pericolo mortale in cui si trovano. Risentimenti, rabbia, astio sono tutti sentimenti che vengono alla luce molto in fretta anche perché è assai difficile che dieci comici che fanno lo stesso lavoro e cercano di sfondare, di riconquistare o mantenere il successo vadano d’amore e d’accordo.

Quasi ogni capitolo si chiude con la trascrizione di un intermezzo originale di uno dei protagonisti... ma non fa quasi mai ridere. Rende solo l’atmosfera più agghiacciante. Agghiacciante trovo sia un aggettivo che esprime bene il genere di sensazione che mi ha suscitato leggere questa storia. Van Lente riesce a mostrare alcuni dei risvolti più meschini di professionisti che, di mestiere, fanno ridere la gente, come facendoci leggere la vicenda attraverso una lente di tristezza e rassegnazione, oltre che di realismo.

A questo punto non mi dispiacerebbe leggere qualcosa di più leggero o meno cupo dell’autore, che ha scritto numerosi fumetti e qualche altro romanzo.

See you soon cyberspace cowboy…

Bibliografia:
Fred Van Lente, Ten dead comedians, Philadelphia, Quirk Books, 2018

Commenti

  1. Agatha Christie mi piace molto e Dieci piccoli indiani è un classico da leggere assolutam.
    Per quanto però questo romanzo di cui parli sia vicino per trama al libro della Christie, sembra davvero qualcosa di molto diverso.
    Mi sa che spetterò a leggerlo se mai uscirà in edizione italiana, ultimamente sono troppo pigra per affrontare la lettura di un testo in inglese.
    Mi fa però strano come un autore di fumetti che, da quello che dici, scrive libri più leggeri abbia potuto scrivere un romanzo così "cupo" e dalla trama agghiacciante.
    Non è facile e lui ha dimostrato molta versatilità.

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  2. @Endi
    Questo è uno di queli libri che, inizialmente, mi attirò per la copertina e, poi, perché si annunciava essere una chiara revisitazione di Dieci piccoli indiani. Non mi ha delusa.

    @Elisa
    Di Dieci piccoli indiani io vidi la rappresentazione teatrale quando andavo alle medie e, da allora, ne rimasi affascinata.

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  3. Anche in Dieci piccoli indiani ho fatto fatica a ricordarmi tutti i personaggi e la loro storia.
    Nonostante ciò, questo titolo mi attira ;)

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  4. @Lady Cooman
    Il libro è piuttosto particolare. Chi conosce Dieci piccoli indiani, inevitabilmente, intuirà dove la storia andrà a parare. Quello che emerge è una certa tristezza per la condizione umana.

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