Le belle addormentate – Perrault e il suo contesto

 

Charles Le Brun, Ritratto di Charles Perrault

Prima parte: Le belle addormentate - Ma quali origini?

La bella addormentata nel bosco 
Fiaba pubblicata originariamente sul periodico “Mercure Galant” nel 1696, apre il celeberrimo Histoires ou contes du temps passé (Storie o racconti del tempo che fu), pubblicato nel 1697. L’opera è dedicata alla nipote del re Luigi XIV e raccoglie racconti che

racchiudono una morale ricca di buon senso […] presentano un quadro di quello che avviene nelle famiglie più umili, dove la lodevole sollecitudine di istruire i figli fa immaginare delle storie prive di logica in modo da adeguarsi alle esigenze di quei bambini che ancora ne sono sprovvisti […]

Il meraviglioso e il magico, prima ancora di apparire in questa raccolta, non erano estranei alla letteratura francese (il citato nel post precedente Perceforest, per esempio) ed erano presenti anche nelle fiabe popolari, tramandate oralmente, e destinate a un pubblico in cui non si facevano distinzioni di età. Perrault epura queste fiabe dei contenuti da lui ritenuti scabrosi e considerati non adatti a occhi e orecchie di una aristocratica, vi aggiunge una morale e le relega “a un mondo rurale in eclissi, e all’infanzia” (Daria Galateria, p. XX vedi bibliografia).

Il fatto che l’autore voglia limitare gli ambiti del ‘genere’ fiaba pare sposarsi bene nel contesto della sua opera in quel tempo. Ogni momento sembra cruciale nella storia della letteratura, ma la fine del XVII secolo e il XVIII secolo sono particolarmente significativi perché vedono, in varie regioni europee e per vie diverse, la nascita di quella letteratura che confluirà nel cosiddetto romanzo moderno. Nel 1678 Marie-Madeleine de Lafayette aveva scritto La principessa di Clèves, che descriveva in modo realistico i moti del cuore, guardava alla psicologia delle persone. Oltre a Storie o racconti del tempo che fu, nel 1697 Perrault pubblicava la terza parte (la prima è del 1688 e la seconda del 1692) de Parallelo tra gli antichi e i moderni, in cui nota una maggiore conoscenza dei secondi riguardo alla sfera dei sentimenti, fatta non solo di grandi passioni, bensì anche dei piccoli movimenti del cuore, che “i moderni hanno scoperto e riversato nei trattati di morale, nelle tragedie, nelle opere di eloquenza e nei romanzi.” (cito da Guido Mazzoni, p. 183 vedi bibliografia). Nel corso del XVIII secolo, in Francia, si sviluppa un un gusto verso la letteratura — i romanzi — che racconta di persone comuni (non degli eroi antichi o delle persone eccezionali) dei loro sentimenti, delle mutevolezze storiche e sociali a cui sono soggette nel mondo reale, per semplificare al massimo.

Perrault scriveva alla fine del XVII secolo, ma era evidentemente che certe tendenze letterarie fossero già nell’aria, che era consapevole di quello che gli stava avvenendo intorno e separava l’ambito del fantastico e del magico, nella fiaba, da quello dell’introspezione, del sentimento, dell’esplorazione psichica, materia della ‘letteratura realistica’ (di nuovo, semplificando al massimo).

Gustave Doré, La belle au bois dormant

Ma veniamo alla trama de La bella addormentata nel bosco di Perrault che, per altro, rimane senza nome. Un re e una regina scelgono come madrine della propria figlia 7 delle 8 fate del regno, finendo per escludere una vecchia fata introvabile, che si credeva morta o caduta vittima di un incantesimo. Le prime 6 fate concedono doni e grazie alla bambina, quindi, la vecchia fata che, nel frattempo, era giunta a palazzo nella sorpresa di tutti, contrariata per il trattamento subito, predice che la principessa si sarebbe punta con un fuso e sarebbe morta. Mancava, a quel punto, un’ultima fata all’appello, che contenne la maledizione della collega, trasformandola in predizione di un sonno di 100 anni, da cui la principessa si sarebbe svegliata grazie al figlio di un re. 15 o 16 anni dopo, la fanciulla si punge e cade in un sonno profondo. La fata buona accorre a palazzo e procede ad addormentare tutti, ad eccezione del re e delle regina, in modo che la fanciulla non si senta persa e sola quando arriverà il momento di risvegliarsi. Trascorsi 100 anni fa la sua comparsa un principe e, quando si inginocchia accanto alla fanciulla dormiente, questa si risveglia. I due si sposano, ma il principe finirà per fare da spola tra il proprio regno e quello della moglie per diverso tempo, senza confidare ai genitori di essersi sposato. In questi anni la principessa partorirà anche due figli: una fanciulla, Aurora, e un maschio, Sole. Giunge il momento per il principe, che nel frattempo era divenuto re, di confidare il proprio segreto alla madre, la quale temeva perché orchessa, con un appetito per la carne umana. La nuova regina, Aurora e Sole giungono al castello, accolti con grandi festeggiamenti. Qualche tempo dopo, però, il re parte per la guerra e, a quel punto, la madre non si trattiene più e complotta per mangiare i nipoti e la regina, loro madre. Grazie all’astuzia di un maggiordomo, però, la regina e i figli si salvano e, al ritorno del re dalla guerra, l’orchessa decide di uccidersi.

È presente anche una “morale” (p. 26-27):

Attender del tempo per avere uno sposo
Ricco, ben fatto, galante e premuroso,
Non è certo cosa strana in natura,
Ma cent’anni d’attesa e un sonno profondo
Non allettano più alcuna creatura
Fatta per vivere in questo mondo.

La fiaba poi vorrebbe far intendere
Che spesso dell’imeneo i nodi piacevoli,
Pur se differiti, non son meno gradevoli
E che nulla si perde nell’attendere,
Ma il gentil sesso, con sì tanto ardore
Aspira alla fede coniugale,
Che io non ho la forza, né il core,
di predicargli codesta morale.

Nel racconto di Perrault sono presenti le fate, due donne antagoniste, una nella prima parte e l’altra nella seconda, al principe è sufficiente inginocchiarsi accanto alla principessa per svegliarla, ed è presente una morale.

Fine seconda parte

See you soon cyberspace cowboy...

Bibliografia e links: 
Le belle addormentate - Ma quali origini?: https://ludo-ii.blogspot.com/2025/02/le-belle-addormentate-ma-quali-origini.html
Charles Perrault, La bella addormentata nel bosco, in Id., Fiabe, Venezia, Marsilio, 2002, p. 6-27
Charles Perrault, A mademoiselle, in Id., Fiabe, Venezia, Marsilio, 2002, p. 2-5
Daria Galateria, Introduzione, in Charles Perrault, Fiabe, Venezia, Marsilio, 2002, p. IX-XXVI
Guido Mazzoni, Il libro della vita particolare, in Teoria del romanzo, Bologna, Il Mulino, 2011, p. 151-193

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