N. K. Jemisin, The stone sky (Il cielo di pietra)
Con The stone sky si conclude la Broken Earth Trilogy di N. K. Jemisin. Per chi fosse interessato, questo romanzo è edito in italiano da Mondadori con titolo Il cielo di pietra.
I capitoli precedenti:
The fifth seson (La quinta stagione)
The obelisk gate (Il portale degli obelischi)
Ciascuno dei volumi che compongono la trilogia della Terra spezzata ha vinto sia il premio Hugo che il Nebula.
Sicuramente un’opera molto particolare, a cavallo tra il fantasy e la fantascienza, ci troviamo su un pianeta dove gli esseri viventi sono andati incontro a un’involuzione dopo aver scatenato l’ira terrestre. Un’opera oscura, dove gli ‘umani’, con cui mi riferisco a coloro che non sono animali propriamente detti, si dividono tra still, orogeni e stone eater, che a volte provano a convivere in un equilibrio precario, su the Stillness, l’unico continente sempre sull’orlo di essere colpito da catastrofi naturali.
Da due anni è incominciata la quinta stagione, un lungo periodo di distruzione, con vulcani che eruttano, il cielo coperto da nubi di cenere e piogge acide. È anche il momento della resa dei conti tra le varie fazioni che abitano the Stillness e tra loro e la Terra.
Ho trovato The stone sky il romanzo più potente della trilogia e anche il più complesso. Alcuni dei primi capitoli introducono il lettore a qualcosa di completamente nuovo ed è difficile, inizialmente, orientarsi. La scrittura della Jemisin, poi, per quanto sempre scorrevole, a volte si fa singolare, come a riflettere che i narratori non sono necessariamente umani, così come li conosciamo noi, quindi possono avere tutto un altro modo di esprimersi.
La ritengo una degna conclusione a una trilogia che, forse, avrebbe beneficiato nell’essere un’opera in due volumi.
Essun è diventato un personaggio sempre più accattivante nell’arco della serie. Ne La quinta stagione per me era ancora un po’ oscurata dalla presenza di Alabaster, ma nell’arco de Il portale degli obelischi e, soprattutto, Il cielo di pietra è cresciuta a vera e propria eroina, non tanto per i pregi quanto per la sua ‘umanità’, che la rende fallibile, come tutti, a prescindere dai suoi grandi poteri.
Nassun è sicuramente un personaggio ben delineato per essere una bambina di dieci anni che nella vita ha conosciuto solo sofferenza in una società crudele. È piena di rabbia, come è naturale che sia, la sua indole, il suo modo di agire e pensare sono giustificabili… A me faceva comunque prudere le mani. Ogni volta che leggevo un capitolo narrato dal suo punto di vista, le pagine scorrevano inesorabilmente più lentamente, per quanto tentassi di velocizzare la lettura per arrivare al capitolo successivo.
Come accennai quando scrissi di The fifth season, quest’opera suona molto attuale perché, tra le altre cose, racconta delle terribili conseguenze a cui possono portare discriminazione e sfruttamento irresponsabile delle risorse naturali, tematiche che risultano attuali ai lettori di oggi. A prescindere da ciò, si tratta di un’opera curiosa perché riesce in modo molto efficace a immergerti in un mondo oscuro, in una società che funziona in modo diverso dalla nostra e che affascina in modo sinistro.
See you soon cyberspace cowboy...
Bibliografia
e link:
N.
K. Jemsin, The broken Earth trilogy, Volume 3, The stone
sky, New York, Orbit, 2017
The
fifth season:
https://ludo-ii.blogspot.com/2021/01/n-k-jemisin-fifth-season-la-quinta.html
The
obelisk gate:
https://ludo-ii.blogspot.com/2021/02/n-k-jemsini-obelisk-gate-il-portale.html
Questa storia mi ispira parecchio anche perché a metà tra fantasy e fantascienza. Ricordo che avevi espresso se non sbaglio qualche perplessità sul secondo volume e vedo che sei rimasta dell'idea che sarebbe stato meglio condensare la storia in due soli libri.
RispondiEliminaQuest'ultimo però mi sembra ti sia piaciuto molto e chiuda nel migliore dei modi l'intera trilogia.
SEcondo me avrebbe avuto abbastanza senso accorpare tutto in due volumi. Il secondo volume ha un suo perché, ma c'è meno azione che negli altri due. Questione di punti di vista: il cambio di ritmo può essere considerato sia qualcosa che rende l trilogi più armoniosa, che l'opposto, credo.
EliminaIl terzo volume è forse quello che mi è piaciuto maggiormente, anche se all'inizio risulta un po' caotico perché il lettore viene catapultato in mezzo a qualcosa di nuovo.
Hai letto questa trilogia in un lampo!!! Io sono stata folgorata dal primo. Buono il secondo ma non così efficace quanto il primo. Spero davvero nel terzo. Continuo a concordare con te sul fatto che un volume (anche se corposo magari) avrebbe giovato. Bellissima recensione !
RispondiEliminaSì, volevo finirla. Preferisco non pensare alle trilogie che ho accumulato fermandomi al secondo volume, per quanto mi prendessero. Non volevo che succedesse lo stesso con questa.
EliminaHo trovato il terzo libro davvero efficace e di grande potenza. Un po' nebuloso all'inizio, ma alla fine proprio i capitoli inizialmente più oscuri facevano parte della linea narrativa che forse mi ha più appassionata.
Contenta di sentirlo, così proseguirò con serenità la sua lettura 🤗
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