John Berendt, Midnight in the garden of good and evil (Mezzanotte nel giardino del bene e del male)


All’inizio degli anni Ottanta il giornalista John Berendt si trova a trascorrere parte di un fine settimana a Savannah. Ne rimane così affascinato che finisce per lasciare quasi del tutto New York e trascorrere la maggior parte dei successivi otto anni nella città che aveva conosciuto inizialmente grazie a film quali Via col vento e altri fenomeni popolari. Proprio in quel periodo incontra un carosello di eclettici personaggi, tra cui Jim Williams, l’antiquario che verrà processato 4 volte con l’accusa di omicidio per l’uccisione di Danny Hansford.

Per quanto di non facilissima reperibilità, tra mercato dell’usato e internet, questo libro può essere ancora recuperato in italiano nell’edizione Rizzoli del 1996 con titolo Mezzanotte nel giardino del bene e del male.


Il libro, pubblicato nel
1994, risultò tra i finalisti per il Premio Pulitzer nella categoria General Nonfiction. Trattasi, infatti e in linea di principio, di saggistica. In linea di fatto, Berendt fa largo uso degli stilemi della narrativa: la cronologia è piegata alla convenienza letteraria, alcuni dei personaggi sono ampiamente rimaneggiati e tanti dei dialoghi devono essere stati inventati di sana pianta o perché l’autore non era effettivamente presente o perché è impensabile avesse con sé un registratore.

Da questo libro fu tratto un film nel 1997, con lo stesso titolo, per la regia di Clint Eastwood.


Lo vidi parecchi anni fa a spizzichi e bocconi. Attorno al 2014-2015 scoprii che esisteva un libro. All’epoca vivevo nel Lake District, in Cumbria, e ricordo che approfittai di una visita a Lancaster, nel Lancashire, per recarmi a una filiale di Waterstone’s e comprarne un copia. Avevo controllato la disponibilità sul sito internet, ma non riuscivo a trovarlo, così finii per chiedere a un addetto alla vendita. Lo stavo cercando nella sezione Fiction, ma sbagliavo perché si trattava di saggistica ed era nel reparto True crime. Rimasi esterrefatta.

All’epoca ero in fissa con la serieThe graveyard queen di Amanda Stevens, ambientata a Charleston, la sorella di Savannah, e i vaghi ricordi del film di Clint Eastwood mi avevano messo la voglia di recuperare il libro di Berendt, che, nella mia ignoranza, ero convinta essere un romanzo tradizionale.

Lunedì scorso è, finalmente, arrivato il suo momento e questa settimana l’ho dedicata alla lettura di questo datato lavoro, che penso sia ancora piuttosto attuale. Diciamo che, nella mia mente, Savannah è ancora un po’ come la descrisse Berendt: una cittadina chiusa in se stessa, in cui il cambiamento viene soprattutto dall’interno, anziché da stimoli esterni, in un continuo riciclo.

La lettura è piuttosto avvincente e la cronaca (‘narrazione’) si dispiega tra le vicende legate ai processi di Jim Williams, gli avvenimenti mondani a cui prende parte la società di Savannah, le imprese di personaggi singolari, quali avvocati diventati musicisti o più coinvolti nelle partite di football che nel proprio lavoro, riti voodoo…

Mi è piaciuto, con tutta probabilità perché non sono abbastanza a conoscenza dei fatti, delle persone e della cultura ‘raccontati’ dall’autore per guardare alla sua opera con occhio critico.

Berendt scrisse un libro dedicato a Venezia, probabilmente sulla falsa riga di Mezzanotte nel giardino del bene e del male, in cui mischia realtà, fantasia, storia, cultura e stereotipi. Non so se avrò mai il coraggio di leggerlo perché il rischio di sentirsi toccata nel vivo è grande.

See you soon cyberspace cowboy...

Bibliografia e link:
John Berendt, Midnight in the garden of good and evil, London, Spectre, 2009
Trailer del film Midnight in the garden of good and evil: https://www.youtube.com/watch?v=AWAe1nvnR2A

Commenti

  1. Sembra un libro molto particolare. Le mie conoscenze di quei luoghi si fermano alla lettura di Via col vento e poco altro quindi potrebbe essere un incentivo a leggere qualcosa di diverso.
    Confesso però che la letteratura americana in generale non è tra le mie preferite.
    Mai dire mai, guarda con il Giappone ;-)

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    1. Si tratta, effettivamente, di un libro molto particolare, non fosse altro perché mischia narrativa a saggistica. Non si tratta propriamente di letteratura, quindi, piuttosto di una cronaca colorita. Non si tratta di true crime, necessariamente, nonostante una buona parte del libro sia dedicata ai processi a Jim Williamson.

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  2. Ti dico solo una cosa Ludo ... ho visitato Savannah a causa del film tratto da questo libro solo per vedere quegli ambienti, quelle case, quelle atmosfere... ed è proprio una meraviglia come sembra 🥰

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    1. Mentre leggevo, anche io sognavo di visitare Savannah. Mi piacerebbe moltissimo visitare la Mercer Williams House, per esempio, ma anche il cimitero e il night club di Joe Odham.

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