Scorci di vita

È arrivato dicembre. Ultimamente diverse persone stanno condividendo alcuni scorci di quella che è la loro vita al di fuori dei blog che tengono in rete. Ho pensato di farlo anche io per incominciare a calarmi in una surreale atmosfera natalizia. 

In Irlanda la seconda ondata di restrizioni è stata allentata martedì scorso. Questa mattina, per la prima volta dal marzo scorso, sono entrata in negozi che non vendono alimentari e prodotti considerati (dal governo) di prima necessità.


Mi sono alzata piuttosto presto per andare a mettermi in fila e - finalmente! - sono riuscita a stoccare in biancheria intima, calze e collant. Sì, perché quelli non sono stati considerati generi di prima necessità qui e, durante il lockdown, i supermercati non avevano il permesso di venderli.


L'atmosfera natalizia si respira appena. Con la maggior parte dei café che offrono solo take away, con le persone che si affrettano a fare gli acquisti che devono, con le corsie per la direzione del traffico pedonale all'interno dei centri commerciali… tutti vanno di corsa e non si hanno il tempo e la possibilità di godere delle decorazioni o di assaporare i dolci e le bevande di stagione seduti con amici e familiari.


Strani tempi quelli che stiamo vivendo. Devo ammettere, però, che la mia vita ultimamente si è svolta in modo piuttosto ordinario. Un evento 'eccezionale' si è verificato, ma non ha a che fare con il COVID.


Verso la metà di ottobre ho ottenuto un nuovo lavoro. Un cambiamento che desideravo da tempo perché nel mio precedente impiego non riuscivo a progredire, un'opportunità che non credevo sarebbe potuta arrivare durante la pandemia.



Le ultime settimane, quindi, sono state scandite da una parvenza di normalità: mi devo recare fisicamente sul luogo di lavoro e poi ripercorrere i miei passi verso casa ogni giorno, sul mio cammino incontro parecchia gente e vedo che le strade sono trafficate, solo i negozi rimanevano chiusi fino a settimana scorsa. Certo, devo indossare mascherina e guanti, così ho scoperto che la prima favorisce la fioritura di brufoli e i secondi incentivano la sudorazione.


Con l'inatteso arrivo di un nuovo impiego è arrivata anche l'inaspettata certezza che trascorrerò il Natale in Irlanda. Sarà strano, ma credo che la possibilità di cavarsela ci sia, sempre che riesca a declinare gli inviti di chi non comcepisce la possibilità che trascorra il 25 dicembre in solitaria. In realtà, l'idea di starmene tranquilla a farmi gli affari miei mi attira parecchio.


See you soon cyberspace cowboy...

Commenti

  1. Prima di tutto sono felice per la tua nuova opportunità di lavoro. Qualcosa di positivo finalmente in questo periodo complicato.

    Qui in Liguria i negozi sono rimasti sempre aperti, ora dopo un periodo di zona arancione, siamo ritornati in zona gialla. Sinceramente mi sono dedicata agli acquisti online. Non ho molta voglia di andare a fare shopping , sembra tutto così surreale...
    In ufficio sto andando sue giorni a settimana, gli altri proseguo con lo smart working. Direi che per il momento è un giusto compromesso per non perdere completamente il contatto con la realtà.

    Natale di solito l'ho sempre trascorso con i genitori anziani con cui vivo, quindi almeno da quel punto di vista le mie abitudini non saranno stravolte.
    Mi mancano però i sabati con le amiche a Milano e Firenze per lo shopping natalizio, mi manca il mercatino di Santa Croce...

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    1. Elisa, sarà per la tua passione per Firenze, ma mi ero convinta che vivessi in Toscana.

      Anche io ho acquistato parecchio di quello che mi serviva online in questi mesi, ma con la biancheria intima, di solito, non ci riesco.

      Io non riuscirò a tornare in Italia per questo Natale, ma sono lieta che il mio papà non sarà solo e trascorrerà le festività con mio fratello e altri parenti.

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    2. Sì abbigliamento e biancheria intima sono difficili da acquistare online, concordo, non riesco neppure io.

      Aiuto! Mi stai facendo sentire in colpa verso Genova!😉
      Mi sa che dovrò fare qualche post dedicato anche alla mia città, giuro che ci sono moltissime cose belle anche qui. Provvederò quanto prima, promesso 😊

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  2. Cioè mi stai dicendo che da marzo ad oggi i negozi di abbigliamento dalle tue parti sono rimasti chiusi sempre? Mai un allentamento? Che disastro!

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    1. No, mi sono spiegata male. Sono stati aperti da luglio a ottobre. Io, però, non li ho frequentati, un po' perché c'erano sempre delle lunghe file, un po' perché ho trascorso buona parte dell'estate in Italia.

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  3. Che questo nuovo lavoro ti porti bene. Immagino l'aria che si respira in quelle strade semivuote. Così come immagino il Natale in solitaria. L'Irlanda è un paese cattolico, suppongo che il Natale da quelle parti sia molto simile al nostro.

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    1. In realtà, qui, le strade sono sempre state piene. Negozi, teatri, cinema e pub sono rimasti chiusi, ma la gente poteva continuare a muoversi per motivi di lavoro, studio, salute e assistenza; oltre a ciò era concesso di muoversi entro il raggio di 5 Km dalla propria abitazione per attività fisica. Il lockdown non è mai stato rigido come in Italia.

      L'Irlanda è un paese cattolico, ma, se per certe ricorrenze sono molto partecipi, per altre lo sono meno. L'immacolata concezione di Maria, per esempio, è meno sentita. Santo Stefano, però, è praticamente importante quanto il Natale.

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