Stephanie Butland, Lost for words (La libreria dove tutto è possibile)
Loveday
Cardew preferisce I libri alle persone. Se guardi attentamente, puoi scorgere
le prime righe dei romanzi che ama di più tatuate sulla sua pelle. Ma cisono
alcune che Loveday non mostrerà mai. Nel suo rifugio — l’emportio di
libri dove lavora a York — arrivano un poeta, una amante, un amico e tre misteriose
consegne, ognuna delle quali smuove dei ricordi disturbanti. Tutto sta per
cambiare per Loveday. Qualcuno è a conoscenza del suo passato e le non si può
più nascondere. Deve decidere di chi fidarsi. Può trovare il coraggio di
aggiustare gli sbagli del passato? E troverà mai le parle per raccontare la
propria storia?
Sinossi liberamente
tradotta da quella riportata sul retro della mia copia.
Per chi fosse interessato, questo romanzo è stato pubblicato in Italia da Garzanti con titolo La libreria dove tutto è possibile.
Speravo che questo romanzo parlasse un po’ più di libri. Meglio, che i libri fossero più in primo piano.
I libri e il negozio di libri usati in cui lavora hanno salvato Loveday da una storia difficile, ma, una lettura dietro l’altra, hanno finito anche per diventare un rifugio per isolarsi dalla realtà ed evitare di vivere la propria esistenza.
Questa è la storia di una persona che, pagina dopo pagina, imparerà ad affrontare le proprie paure e a fare i conti con il proprio passato. I libri rimangono sullo sfondo, intuiamo che i libri aiutano a mantenere i segreti, alla fine capiamo che, con tutta probabilità, la protagonista riuscirà ad avere anche un rapporto migliore e più appagante con essi. E tutto questo rimane accennato, quasi fuori dalla pagina.
Personaggi imperfetti e fallibili tutti; molti difficili da amare, proprio come nella vita vera, dove capita di incontrare tante persone diverse, ma quante si riesce realmente ad amare? È un racconto che sa di vita di tutti i giorni, in cui si incontrano persone di ogni tipo e che non sappiamo quali dolori e — forse — tragedie nascondono, ma, sotto sotto, intuiamo che anche loro avranno i loro problemi, proprio come noi, quando non più gravi.
Questo è il classico romanzo che, se avessi saputo come è davvero non avrei letto. Dopo averlo concluso, però, devo ammettere che la lettura è stata meno difficile di quanto avrei pensato.
See you soon cyberspace cowboy…
Bibliografia:
Stephanie Butland, Lost for words, London, Zaffre, 2017
Avevo letto questo libro tempo fa, così sono andata a rileggermi il mio post.
RispondiEliminaDue giudizi molto diversi i nostri.
Però mi piace questa cosa, è bello scoprire come la stessa storia susciti emozioni e impressioni diverse in ogni lettore 😊
@Elisa
RispondiEliminaGuarda, a me è anche piaciuto, ma mi aspettavo qualcosa di diverso. Ho trovato interessante, in ogni caso, la struttura narrativa che salta tra il presente e il passato, e l'uso dei versi in alcune sezioni.
@Ludo
RispondiEliminaNon so, la Garzanti da un po’ di tempo pubblica romanzi un po’ simili uno all’altro, almeno per i miei gusti, ed avendone fagocitati troppi di questa tipologia qualche tempo fa, ho deciso di prendere una pausa. Questo romanzo però, almeno dalla trama, non mi sembra malaccio, anche se non amo tanto (poi ci sono le eccezioni) i salti presente/passato in generale.
@Endi
RispondiEliminaGuarda, questo romanzo non mi è dispiaciuto, ma non era quello che mi aspettavo. Trattasi di una storia drammatica in cui i libri non divengono semplicemente evasione, bensì mezzo per nascondersi dalla realtà. Per lo meno, alla fine, il rapporto con i libri mi sembra migliore e... più sano. Opinione mia, naturalmente.
Onestamente questo romanzo non mi intriga più di tanto, soprattutto perché come già detto dai commenti precedenti sembra qualcosa di già sentito e non particolarmente originale.
RispondiEliminaTuttavia romanzi del genere possono comunque rivelarsi ottime letture per momenti in cui si ha bisogno di qualcosa di più leggero e non troppo impegnativo per rilassarsi un po', dunque non escludo che prima o poi lo leggerò!
@Silvia
RispondiEliminaIl romanzo è carino e la scrittura è scorrevole. La storia narrata è piuttosto drammatica, però i personaggi hanno un loro percorso che ha senso e il finale dà speranza.