Scuola di lingua giapponese in Giappone - Parte II

Il parco di Ueno: nessun pedalò a forma di cigno in uso

Ed eccoci arrivati al secondo post dedicato alla mia esperienza a una scuola di lingua giapponese a Tokyo.

La prima parte qui.

Dopo gli ideogrammi, trattati alla fine del post precedente, doverose precisazioni vanno fatte riguardo alla 
“lingua parlata”, sia nel senso di conversazione che nel senso di livello di naturalezza della lingua insegnata a scuola.

Per quanto riguarda la conversazione, nella mia limitata esperienza, posso affermare che è l’aspetto su cui ci si sofferma di meno in classe, per quanto la capacità di parlare sia regolarmente testata negli esami di fine trimestre (una delle cose che mi manda più in crisi, insieme ai test di composizione scritta). Non è da escludere che le cose cambino nei prossimi trimestri, ma la verità è che non ne ho idea. 

Minna no Nihongo: il culmine del giapponese artificiale che si trova nei testi del livello elemetare

Per quanto riguarda la naturalezza della lingua insegnata, ai livelli elementari si tende ad apprendere un giapponese piuttosto artificiale: un misto di forme cortesi ed espressioni formali più qualche forma comune che nella realtà poco si usano combinate insieme. Questo è ciò che si trova nei libri di lingua giapponese per gli studenti stranieri. I motivi dietro a questa scelta mi rimangono ignoti. A partire dal livello intermedio 1 si incominciano a usare (e quindi anche ad apprendere) forme più naturali. Riconosco che ciò mi spiazza ancora un pochino, specialmente sui libri di grammatica o nelle sezioni dedicate alla grammatica su altri libri di testo. Credo che questo sia qualcosa di importante da sapere per chiunque si approcci allo studio della lingua giapponese da autodidatta. Se ci sono dei libri di testo di mezzo, avere degli insegnati o dei tutor che ti assistono è decisamente opportuno e conveniente.

E visto che li abbiamo nominati, parliamo degli insegnanti. Sono sicuramente il fiore all’occhiello delle scuole di lingua in Giappone. Ci saranno le dovute eccezioni, ma la maggior parte delle persone che vive o ha vissuto un’esperienza simile alla mia vi confermerà che, in linea di massima, gli insegnanti sono estremamente competenti, disponibili e dei gran lavoratori. Sono preparati e cercano sempre di rendere le lezioni — condotte tute rigorosamente ed esclusivamente in giapponese — il più interessanti e dinamiche possibile. E più vado avanti e più mi rendo conto che, se non rendessero le lezioni vivaci e non si facessero in quattro per renderci partecipi, quelle tre ore in classe diventerebbero insopportabili, pesanti e mi passerebbe completamente la voglia di imparare il giapponese. Gli insegnati sono molto coinvolti nell’iter di apprendimento e nella vita in Giappone dei propri allievi. Sono sempre pronti a rispondere a domande, fornire spiegazioni aggiuntive e a dedicare, agli studenti che ne necessitano, tempo ed energie al di fuori degli orari delle lezioni, anche per questioni non direttamente legate alla scuola. È probabile che la loro dedizione sia dovuta alla cultura e alla morale lavorativa giapponesi… non mi esprimo perché non ne so abbastanza.

Quanto agli studenti, ho già fatto qualche cenno. Nelle scuole a intensità medio-alta la poplazione studentesca tende a essere a maggioranza asiatica, soprattutto cinese. L’età va dai 19 ai 25 anni perché la maggior parte delle persone che frequenta questi istituti ha come obiettivi l’iscriversi all’università in Giappone, frequentare corsi di specializzazione in Giappone o sfruttare titoli già conseguiti direttamente in Giappone. Ci sono persone più o meno motivate, chi studia di più e chi studia di meno. Spesso coloro che sono meno motivati sono persone che hanno scelto la scuola sbagliata per le proprie esigenze, quelli che si sono iscritti al corso breve (3 mesi) per avere la scusa di venire in Giappone o quelli che volevano un visto ‘facile’ di 6 mesi per cercare altre occasioni… di norma le persone che ricadono in queste categorie si ritirano. Coloro che studiano poco, nella maggior parte dei casi, possono permettersi di farlo, di solito perché hanno già studiato autonomamente prima di iscriversi. Mi spiego: è vero, per esempio, che molti cinesi sono avvantaggiati con gli ideogrammi, ma è pure vero che, spesso, hanno già imparato parecchio giapponese per conto loro.

Godzilla domina Kabukicho dall'hotel Gracery (riuscite a intravederla nonostante la scarsa qualità della foto?)

Mi aggancio all’ultima frase del paragrafo precedente per fare una dura affermazione: se volete frequentare una scuola di lingua in Giappone, è consigliabile imparare un po’ di giapponese già a casa, proporzionalmente al livello in cui vi trovate. Se siete dei principianti assoluti, per esempio, imparate hiragana e katakana prima di arrivare in Giappone. Nel contesto scolastico, ciò vi renderà la vita più semplice. Per quanto mi riguarda, avere una buona idea della grammatica che avrei affrontato al livello elementare 2, ha reso il trimestre estivo più agevole di quello autunnale, in cui ho frequentato la classe di intermedio 1. Contrariamente a me, alcuni compagni di classe (occidetali)  sapevano già parecchi ideogrammi (e vocabolario composito), il che li ha parecchio avvantaggiati non solo negli specifici test, ma anche nella comprensione dei testi che affrontavamo in classe e nelle composizioni scritte.

In tutta onestà, da un punto di vista occidentale, più ideogrammi imparate autonomamente e in anticipo, più la vostra vita alla scuola di lingua giapponese prima e nel contesto sociale nipponico poi saranno gestibili. Nella pratica, tuttavia, il modo migliore per imparare gli ideogrammi è acquisirli in contesto, ossia leggendoli più e più volte, memorizzandone i significati e comprendendone l'uso naturalmente. Un'attività la cui complessità risulta inversamente proporzionale al vostro livello di giapponese. Un circolo vizioso, il cane che si morde la coda... un nodo gordiano? In realtà esistono delle risorse che vi permettono di avvicinarvi agli ideogrammi relativamente presto e in contesto. Un esempio sono i podcast dedicati che si trovano su YouTube, sottotitolati sia in giapponese che in inglese.

Cercando di arrivare a una conclusione, in base all'esperienza personale e alle impressioni che mi sono fatta finora, sto trovando la scuola di lingua giapponese estremamente efficace perché continua a spingermi, a motivarmi e a espormi alla lingua. Ritengo rimanga soprattutto uno strumento utilissimo, che si fonda sulla combinazione immersione-studio, ma non definitivo. Quello che mi aspettavo: sono sempre stata convinta che la scuola di lingua giapponese sarebbe stata solo un ottimo punto di partenza. Sono forte della mia esperienza con l'inglese dopo tutto: mi ci sono voluti anni spesi tra Stati Uniti, Gran Bretagna e Irlanda, costruendomi una vita e inserendomi attivamente all'interno di quelle società perché l'inglese diventasse effettivamente la mia seconda lingua.

Se siete interessati a frequentare una scuola di lingua giapponese in Giappone, sappiate che ce ne sono tantissime, quindi abbiate bene presenti quali sono le vostre esigenze e cercatene una che le soddisfi per quanto più possibile.

See you soon cyberspace cowboy...

Link:
Primo post dedicato alla scuola di lingua in Giappone: https://ludo-ii.blogspot.com/2022/12/scuola-di-lingua-giapponese-in-giappone.html

Commenti

  1. Ho letto entrambi i post, li trovo preziosissimi. Una testimonianza di esperienza diretta per i tanti giovani che vogliano, come te, intraprendere un percorso di studi serio, che arricchisca il loro bagaglio culturale, che possa ampliare il proprio orizzonte di scelte per il futuro. E tu stai facendo davvero tante esperienze significative. Mi hanno incuriosito i cenni agli ideogrammi, ma anche il tipico modo di porsi dell'insegnante giapponese. Dal punto di vista delle relazioni di amicizia, invece, cosa mi dici? Si crea in questa classe di studio la possibilità di intrecciare buone amicizie?

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    1. Le classi si ricompongono ogni 10 settimane, quindi si tendono a incontrare continuamente persone nuove. Le cose potrebbero cambiare mano a mano che ci si alza di livello perché gli studenti diminuiscono. Si possono decisamente formare dei buoni rapporti. La mia percezione, però, è soprattutto quella dei legami che si formano negli spazi confinati quando si passano parecchie ore insieme, ma in un lasso di tempo relativamente breve. Qualcosa di simile lo vissi quando, un'estate, presi parte a una campagna di scavi archeologici.

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  2. Ma che belli questi post sulla scuola! :) Davvero interessantissimo! non so se avrò mai il desiderio di imparare davvero il giapponese, ma sicuramente mi affascina molto, da qualche mese lo sto "studiando" su Duolingo, ma molto poco seriamente, è poco più che un gioco, ma lo stesso mi dà qualche soddisfazione! :)
    Grazie per tutte queste interessantissime condivisioni! Anche se non commento tutte le volte, le leggo sempre con moltissimo piacere! :)

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    1. Ciao Phoebes. Grazie.

      Guarda, nonostante la scuola, io Duolingo ancora lo pratico ogni giorno. Non è affatto male e mi ha aiutata moltissimo a ficcarmi in testa parecchio vocabolario. Introduce, inoltre, gli ideogrammi presto e anche questo è molto utile per imparare a riconoscerli leggendoli.

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    2. Infatti è con quello che mi ha conquistato, col fatto che si parte subito con gli ideogrammi, e me li fa anche disegnare in modo guidato! :)

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    3. Post davvero molto interessante!! Grazie per la bella panoramica, te lo dico in quanto amante del Giappone ed essendo affascinata dalla lingua. Mi piacerebbe davvero poter un giorno fare la tua esperienza!!! 🍀🤞

      Endi
      P.s. Buon 2023!!!!!

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    4. Auguri di buon anno anche a te!

      Ti auguro di trovare l'opportunità giusta per fare un'esperienza come la mia. 10 anni fa non mi sarei mai immaginata di trascorrere un tempo prolungato in Giappone, ma poi...

      In bocca al lupo!

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