La signora in giallo e Dashiell Hammett

 

La signora in giallo — in originale, Murder she wroteè uno dei miei telefilm preferiti. Non mi stanco mai di vedere le repliche alla televisione, soprattutto gli episodi ambientati a Cabot Cove, Maine, che altri non è che Mendocino, California. Per qualche motivo le avventure di Jessica Fletcher, scrittrice di gialli per professione e investigatrice per necessità, non riescono mai a stancarmi, anche dopo averle rivissute per cinque, sei o dieci volte.

La serie andò in onda per dodici anni, tra il 1984 e il 1996, e consta di 264 episodi. Negli anni gli sceneggiatori ci regalarono puntate di diverso tenore e qualità, non mancano delle vere proprie perle né omaggi a classici della letteratura e della cinematografia. Tra questi ultimi, ricordo Truck stop (1990), che rievoca il film The petrified forest (1936); The sins of Castle Cove (1989), un omaggio a Peyton Place (1956) di Grace Metalious e ai suoi adattamenti; Test of wills (1989), che strizza l’occhio a Dieci piccoli indiani (1939) di Agatha Christie.

Uno dei miei episodi preferiti rimane The Szechuan Dragon (in italiano, Il dragone di Szechuan), scritto sulla falsariga de The Maltese falcon, romanzo investigativo di Dashiell Hammett, pubblicato nel 1930.

L’episodio si ambienta a Cabot Cove. Jessica si trova a Londra per assistere a uno spettacolo teatrale della cugina, mentre il nipote Grady e la moglie Donna, incinta, sono a casa di lei per qualche giorno di riposo. Avrebbe dovuto essere un placido soggiorno, ma finiscono per ritrovarsi un morto in casa e venire invischiati nei subdoli giochi di un trio di criminali alla ricerca della statuetta del Dragone di Szechuan, un oggetto di inestimabile valore di origine cinese. Nonostante la signora Fletcher compaia poco e solo durante le telefonate internazionali che farà dal suo albergo, sarà lei, alla fine, a sbrogliare la matassa…


Nell’opera di Hammett…

Il falco maltese, un oggetto di inestimabile valore, sembra essere arrivato a San Francisco, nel raggio d’azione del detective Sam Spade. L’investigatore, uomo misterioso e dalla morale ambigua, si trova a dover fare i conti con i tre infidi individui alla caccia della statuetta, la bellissima Brigid O’Shaughnessy, il viscido Joel Cairo e lo spietato Gutman.


Per chi fosse interessato, questo romanzo è disponibile in italiano per i tipi di Mondadori con titolo Il falco maltese.


Non è la prima volta che mi capita di affrontare Dashiell Hammett grazie a trasposizioni e prodotti ispirati ai suoi romanzi. Era successo con The glass key, a cui ero approdata attraverso l’omonimo film con Alan Ladd e Veronica Lake.

Questo libro è un po’ la quintessenza del romanzo investigativo americano della prima metà del XX secolo, nonché la matrice a cui si sono ispirati tutti quei film di genere che sono la rappresentazione di atmosfere noir, uffici fumosi, detective in impermeabile e cappello, donne scaltre, ma pur sempre caratterizzate da una femminilità vecchio stile. Il falco maltese ha contribuito a fissare nelle nostre teste quell’immagine da cartolina a cui veniamo immediatamente ricondotti quando pensiamo a quello che dovevano essere e fare gli investigatori privati dei primordi.

La storia, che adesso potrebbe non sembrarci particolarmente originale, all’epoca deve essere stata particolarmente innovativa. Nonostante la trama avvincente, soprattutto per quegli anni, The Maltese falcon è il classico che è soprattutto per Sam Spade, protagonista caratterizzato brillantemente da Hammett.

Il nostro investigatore, non importa la natura del guaio in cui si venga a trovare, sembra sempre riuscire a cadere in piedi e, soprattutto, a mantenere saldo il controllo della situazione, senza mai davvero vestire i panni della vittima, del capro espiatorio o della pedina, come vorrebbero gli altri personaggi.

Il finale è sicuramente molto accattivante: la trama principale trova una risoluzione, ma il romanzo si chiude in maniera vaga, sfumando sull’inizio di una nuova giornata lavorativa per Spade che, per un attimo… E qui mi fermo per non guastare il gusto della lettura agli altri.

Da questo romanzo furono tratti due film, uno del 1931, e un secondo, più celebre, del 1941 con Humphrey Bogart, nei panni di Samuel Spade.

See you soon cybespace cowboy…

Bibliografia e link: 
Dashiel Hammett, The Maltese falcon, New York, Vintage Crime, 1992
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Commenti

  1. Anche a me piace moltissimo la signora in giallo! ** la seguivo moltissimo quando ero più piccola non sapevo che ci fossero episodi la cui trama è stata tratta da libri!

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    1. Diciamo, più che altro, che gli sceneggiatori hanno voluto omaggiare dei classici della letteratura.

      La signora in giallo non mi stanca mai.

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  2. La Signora in giallo la seguivo quando ero ragazzina e mi piaceva molto. Che ricordi!
    Neppure io come @Nicole sapevo che gli episodi fossero tratti da romanzi.
    Che voglia di leggere qualche giallo vecchio stile che mi hai fatto venire :-)

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    1. Alcuni episodi sono dei chiari omaggi a dei classici della letteratura e della cinematografia.

      Sicuramente The Maltese falcon è un ottimo esempio di romanzo investigativo americano degli esordi.

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  3. Anche io adoro Jessica Fletcher! Anche io non mi stanco mai di guardarla! Il Falcone Maltese invece lo conoscevo soltanto di nome, ma adesso la tua recensione mi ha molto incuriosito!

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    1. Quando si legge Il falco maltese si capisce da dove vengono tutti quei film investigativi vecchia Hollywood. Sicuramente Hammett ispirò altri scrittori e registi. Lo stile usato ne The Maltese falcon sembra aver avuto più successo che non quello più impersonale e 'chirurgico' impiegato in The glass key.

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