David Mitchell, Slade House (I custodi di Slade House)
Di quando in quando una porta appare in Slade Alley, dietro a quella porta si nascondono un giardino e una magione che non dovrebbero trovarsi lì. Lasciate ogni speranza voi che entrate perché, da lì, non uscirete più.
Per chi fosse interessato, questo romanzo è edito in italiano da Sperling & Kupfer con titolo I custodi di Slade House.
Inquietante. Questo l’aggettivo che viene immediatamente alla mente quando penso a Slade House, la prima opera che leggo di David Mitchell, autore dell’acclamato Cloud Atlas. Ho letto questo romanzo a ottobre e si è rivelato perfettamente a tema con le atmosfere cupe di Halloween.
È decisamente controproducente dedicare tante parole alla sinossi perché lo spoiler viene troppo facile. Soffermarsi sulla struttura del racconto e le modalità della narrazione è sicuramente meno rischioso e potrebbe comunque incuriosire i potenziali lettori.
Si tratta di un romanzo dell’orrore ambientato in periodi diversi, dagli anni Settanta del Novecento fino ad arrivare al secondo decennio del XXI secolo. A ogni capitolo corrispondono un periodo di tempo e un narratore differenti.
Questa struttura permette a Mitchell di cambiare stile di narrazione e storia a ogni capitolo, seguendo un protagonista completamente diverso da quello che lo precede e che lo segue.
Ho apprezzato tutti i capitoli, ma ognuno ha fatto affiorare delle sensazioni differenti durante la lettura: alcune immagini del secondo capitolo, per esempio, mi hanno disgustata, mentre la storia ambientata negli anni Novanta l’ho trovata nostalgica perché mi ha ricordato vagamente i telefilm dell’epoca, che avevano come personaggi principali adolescenti o persone nei primi vent’anni.
Trovo che l’autore sia stato particolarmente abile nella caratterizzazione dei personaggi e nel ricreare delle ambientazioni credibili: ci si sente coinvolti nelle vicende dei protagonisti e proiettati nelle diverse epoche esplorate nel racconto.
Lo consiglio decisamente come racconto dell’orrore per chi cerca qualcosa che esuli dai soliti fantasmi, mostri, streghe… E rimane opportunamente agghiacciante fino alla fine.
See you soon cyberspace cowboy…
Bibliografia:
David
Mitchell, Slade
House,
New York, Random House, 2016
Ecco questo non fa decisamente per me. Non che non mi intrighi, anzi, ma è che l'horror inquietante mi mette troppa ansia, non ce la posso fare.
RispondiEliminaGià non so come fossi riuscita a uscire indenne dall'Ora delle streghe di Anne Rice.
A proposito, l'hai terminato?
Non mi ha messo paura, ma è decisamente inquietante e da lasciate ogni speranza voi che entrate/leggete.
EliminaL'Ora delle streghe lo sto portando avanti con altre letture, altrimenti va a finire che mi areno ed entro nel blocco del lettore. Per ora la sensazione è che la cornice non sia invecchiata benissimo...
Agghiacciante… 🥶🥶🥶 u mamma … non so fa per me ma mi ha intrigato molto la tua recensione!!!
RispondiEliminaIn effetti è agghiacciante, non tanto perché fa paura, quanto perché presto ti rendi conto che c'è ben poco in cui sperare.
EliminaIntrigante, ma non so se fa per me, sono molto impressionabile!
RispondiEliminaA me non è che abbia fatto granché paura, ma si può davvero sintetizzare cone "lasciate ogni speranza voi che entrate".
EliminaQuella copertina è a dir poco attraente. L'horror ben scritto, che rispetti certi canoni, è sempre un genere molto intrigante.
RispondiEliminaAnche io trovo la copertina dell-edizione statunitense molto accattivante.
EliminaIl romanzo è proprio ben scritto a mio parere e lo trovo piuttosto originale come horror. La caratterizzazione è davvero brillante.
Sembra davvero intrigante, e sento la mancanza di un horror che mi inquieti :D
RispondiEliminaQuesto mi è piaciuto davvero tanto. L'autore è bravissimo a creare personaggi e ambientazioni credibili.
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