Arthur Miller, The crucible. A play in four acts (Il crogiuolo. Dramma in quattro atti)


Dramma teatrale che ci racconta delle stragi perpetuate a Salem, nel 1692, durante la caccia alle streghe. Miller segue alcuni personaggi, in particolare, e indaga le cause che, tutto a un tratto, infiammarono le persone di una frenesia perversa e irrazionale. Dalla gelosia di un’amante tradita e assetata di vendetta, Abigail Williams, si originò la follia che si propagò a Salem, come una febbre contagiosa e inarrestabile, portando all’uccisione di decine di innocenti.

Per chi fosse interessato, questa opera è edita in italiano per i tipi di Einaudi con titolo Il crogiuolo. Dramma in quattro atti.

Pubblicato nel 1953, questo lavoro trae ispirazione dall’esperienza personale di Arthur Miller. In questo post non intendo esplorare le circostanze dello scrittore e le ragioni che lo spinsero a scrivere Il crogiuolo, notizie facilmente reperibili attraverso una ricerca in rete. Opto, invece, per un approccio più generale alla storia e ai temi.

Incominciando proprio dalla trama, le imprecisioni sono molte più delle licenze letterarie dichiarate da Miller nella nota sull’accuratezza storica. Questo è un aspetto che può, più o meno, infastidire il lettore, a seconda delle sue conoscenze e di come si avvicina alla letteratura in cui sono rievocati eventi storici. Per quanto mi riguarda, sapevo così poco sulle vicende di Salem da non aver accusato alcun sentimento conflittuale durante la lettura. Le mie impressioni sul libro, inoltre, sono rimaste invariate anche dopo essermi informata sulla veridicità storica dell’opera.

A colpirmi e coinvolgermi più significativamente, dopo tutto, non sono stati i fatti raccontati, bensì i personaggi. Sono rimasta colpita dall’abilità dell’autore nel caratterizzarli con poche parole, spese tanto nella descrizione quanto nell’azione. Nella mia esperienza personale, ricordo di avere trovato una capacità simile solo in Balzac.

Quanto alla complessità dei protagonisti, non tutti risultano ugualmente pluridimensionali. Abigail Williams, per esempio, nella sua gelosia e brama di vendetta, ci viene presentata piuttosto piatta e stereotipata, priva di un’evoluzione. John Proctor, l’uomo da cui è ossessionata, è, al contrario, molto complicato: dilaniato dal sentimento di colpa, debole nella carne e nella fede, tanto temerario quanto insicuro, intelligente e compassionevole, troverà nel sacrificio per la difesa della verità e dei propri ideali il compimento del suo percorso come eroe.

Uno dei miei personaggi preferiti è il reverendo John Hale, intellettuale esperto di stregoneria e possessione demoniaca. Una figura molto più ingenua di quanto ci farebbe pensare la sua aura di autorevolezza. Un uomo che, nel corso della narrazione, si renderà conto della propria cecità nei confronti dell’amara realtà, riconosce i propri errori e cercherà di fermare le condanne a morte invitando gli accusati a confessare, quindi a mentire e a tradire la propria integrità, in cambio della vita, che considera la cosa più preziosa, in quanto dono di Dio. Se, nel suo agire, dimostra una fragilità per cui non può essere considerato un eroe, io mi sono trovata a simpatizzare più con lui che non con Proctor, proprio perché decisamente umano, nella sua fallibilità.

Quanto ai temi esplorati nell’opera, emerge con chiarezza la facilità con cui intolleranza e fanatismo possano nascere da maldicenza e preconcetto e avere conseguenze deleterie sulla società. L’isteria che si impossessa della comunità di Salem è un cancro che divora la ragione e l’umanità delle persone e che finisce per negare e distruggere quegli stessi valori morali che si intende difendere.

Opera di grande impatto nella sua brevità, è stata adattata anche in un film del 1996, sceneggiato dallo stesso Arthur Miller, diretto da Nicholas Hytner, con Daniel Day-Lewis e Winona Ryder.

See you soon cyberpsace cowboy…

Bibliografia:
Arthur Miller, The crucible. A play in four acts, New York, Penguin Books, 2016
Trailer del film del 1996: 
https://www.youtube.com/watch?v=TQeikzlK1uA

Commenti

  1. Interessante! Non conoscevo questa opera teatrale ma mi incuriosisce molto!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi piacerebbe moltissimo vederlo a teatro. La storia è molto evocativa.

      Elimina
  2. Non conoscevo né l'opera teatrale né il film. Mi sa proprio che dovrò recuperare entrambi. Bellissimo post!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi piacerebbe vederlo a teatro. Tempo fa fu distribuita in formato video una rappresentazione teatrale con Richard Armitage.

      Elimina
  3. Interessantissimo! Non ho mai letto nulla di Miller, e forse dovrei proprio cominciare. Soprattutto mi sembra tristemente attualissimo come tematica. Grazie perché mi fai scoprire sempre certe chicche!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Continuo a ripeterlo, ma mi piacerebbe davvero vedere la rappresentazione teatrale. Penso potrebbe essere molto coinvolgente. La storia è sicuramente molto evocativa e senza tempo. Da tenere presente, però, che si allontana (parecchio, a tratti) dalla verità storica.

      Elimina
  4. Sai che non sapevo assolutamente di questo libro? Ho visto il film tanto tanto tempo fa ma non sapevo ... grazie Ludo!!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Lieta di avertelo fatto scoprire. Io sono molto incuriosita dal film.

      Elimina

Posta un commento