To:ky:oo secondo Liam Wong e Tōkyō secondo me

 

Nella tarda primavera del 2019, prima della pandemia, prima che ricominciassi a postare sul blog, feci un viaggio in Giappone. Non condivisi mai questa esperienza in modo esauriente perché non sapevo da dove incominciare e da quali punti di vista presentarla.

L’ispirazione è arrivata inaspettatamente da un libro fotografico dell’artista Liam Wong che, proprio nel 2019, diede alle stampe To:ky:oo, che raccoglie lavori dal 2015 in avanti. Si tratta di uno splendido libro da tavolino del salotto, che può facilmente catturare l’attenzione di chiunque, ma è anche una testimonianza in carta patinata di un lavoro di composizione, sovrapposizione di immagini, selezione dei colori, editing, creazione di fantasie che — a tratti — richiamano atmosfere cyberpunk. Il background di Wong quale creatore di videogiochi e appassionato degli stessi e di anime e film distopici, magari proprio ambientati a Tokyo, sicuramente emerge in questa opera.

Nell’introduzione Liam Wong dichiara che decise di imparare l’arte della fotografia proprio a Tokyo, nel 2015. All’epoca era letteralmente alle prime armi e usava la macchina fotografia in impostazione automatica.

Alle prime armi sì, ma sicuramente non cialtrone come me. Anche io, quando finalmente, dopo anni, riuscii a fare un viaggio in Giappone, decisi di provare a documentare la mia avventura con la macchina fotografica. Ero, però, così inesperta che, non solo la usai in impostazione automatica, ma non pensai mai di cambiare data e orario, così da avere tutte le foto impostate secondo il fuso orario italiano.

Se gli scatti di Wong riprendono una Tokyo notturna documentata alla precisione del secondo, dopo la mezzanotte, i miei sono ritratti della capitale del Giappone di giorno a degli orari che poco hanno a che vedere con la realtà.

La mia incompetenza è evidente anche in alcune fotografie che — inspiegabilmente — sono storte, stranamente inclinate, come si può vedere qui sotto in uno scatto fatto ad Akihabara.


©Liam Wong

Queste immagini ritraggono una Akihabara che non c’è più. Tokyo è una città che cambia in continuazione. A causa dell’alta sismicità, per esempio, molti edifici vengono abbattuti e lasciano lo spazio a nuovi, più sicuri; anche gli spazi commerciali continuano a cambiare a seconda delle esigenze della popolazione e dei trascorsi economici delle aziende.

Qui sopra, in particolare, si vede l’edificio sala giochi della SEGA che chiuse a fine agosto 2020. Secondo un articolo che ho trovato su Crunchyroll, l’azienda che ha acquistato la SEGA, GiGO, dovrebbe riaprire la sala giochi e, una volta riassicuratasi i clienti più fedeli del vecchio marchio, rebrandizzare questo e tutti gli altri edifici del gruppo con il nuovo nome.

Se Akihabara è noto agli appassionati di anime e videogames, le persone che sono interessate a tendenze e moda conoscono Shibuya con il suo celebre attraversamento pedonale in diagonale. Anche il battutissimo scramble crossing assume molteplici facce, di giorno così come di notte può essere più o meno affollato.


©Liam Wong

©Liam Wong

L’area metropolitana di Tokyo è immensa e consta di circa 37 milioni di abitanti. Non importa quanto tempo si abbia a disposizione, è un’area quasi impossibile da esplorare tutta. Per farsi un’idea di quanto sia estesa, basta guardarla dall’alto…



©Liam Wong

Tra foschia e scarse capacità, le mie immagini dalla Tokyo Skytree rendono solo vagamente l’idea di quanto sia grande la capitale del Giappone. L’immagine di Liam è decisamente più nitida e… inquietante?
L’artista prende Tokyo come base per ricreare una città che richiama quella che si vede in Neon Genesis Evangelion, Ghost in the shell e Akira. A tal proposito, qui sotto, due tavole di Neo-Tokyo 3 da varie produzioni di Evangelion.


Neon Genesis Evangelion: Neo-Tokyo 3

Neon Genesis Evangelion: Neo-Tokyo 3

A proposito di anime, chi ne ha guardati e chi ne guarda ha, con tutta probabilità, ben presenti quegli scorci di cielo che si scorgono in un incrociarsi di fili delle linee elettriche, tanto tipici nelle aree meno moderne di Tokyo e del resto del Giappone...



©Liam Wong

E questo era un assaggio del libro To:ky:oo di Liam Wong e pure della mia Tōkyō.

See you soon cyberspace cowboy…

Bibliografia e link
Liam Wong, To:ky:oo, London, Thames & Hudson Ltd, 2021
Sito di Liam Wong: https://www.liamwong.com/
Articolo su Crunchyroll: https://www.crunchyroll.com/anime-news/2022/01/27-1/sega-arcades-across-japan-to-lose-iconic-signage-as-parent-company-rebrands


Commenti

  1. Io trovo molto belle anche le tue foto. Però capisco la tua insoddisfazione perché anche per me è la stessa cosa. Avevo comprato la reflex prima della pandemia, ma i risultati erano così frustranti che alla fine ora uso sempre il cellulare e la lascio a casa.

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    1. La mia macchina fotografica è stata un regalo. La voglia di migliorare c'é. Proverò a portarmela dietro, ogni tanto, anche quando semplicemente al lavoro, e a fare qualche scatto.

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    2. Che meraviglia!!! Post davvero molto molto interessante!! Vorrei farti almeno un milione di domande perché il Giappone è da sempre una meta da sogno per me ... spero di poterci andare nei prossimi anni 🍀🍀🍀🍀🤞🏻🤞🏻🤞🏻. Complimenti ancora per la bella idea di anteporre la tua visione (anche se imperfetta) a quella dell'artista ... un'idea che mi è piaciuta !

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    3. Spero che tu riesca ad andarci al più presto. Visitare il Giappone è un must per tutti gli appassionati di storia, cultura in generale e pop culture giapponesi.

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    4. Per quanto mi riguarda, spero di tornarci il prima possibile.

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  2. Ok, Liam Wong sarà anche un artista, ma anche tu hai saputo cogliere quel non so che. Tokio è davvero impressionante a guardarla dall'alto. 37 milioni di abitanti la pongono fra le megalopoli del mondo. Rimango sempre colpita da quanto assomigli a una metropoli occidentale...

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    1. Credo che, a oggi, sia l'area metropolitana più grande del mondo. So che il Giappone ti incuriosisce e ti auguro di riuscire a visitarlo presto.

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