Luigi De Pascalis, Il signore delle Furie danzanti

Roma, anno 366 d.C. Dalle acque del Tevere affiora il cadavere di una sconosciuta che ha con sé un anello, che la collega al culto dionisiaco. È l’inizio di una sconcertante vicenda su cui indagano due magistrati romani: Caio Celso e Alipio. Sullo sfondo un Impero con due capitali, Treviri e Costantinopoli, due imperatori, Valentiniano e Valente e due religioni: quella degli antichi dei e quella cristiana. Persino i fedeli cristiani si dividono tra due vescovi rivali, Dàmaso e Ursino. Caio Celso, seguace di Mithra e della filosofia di Seneca, capisce di trovarsi di fronte ad un intrigo in cui cristiani e pagani, nobili e plebei, schiavi e liberti perseguono i propri scopi, nascondendosi dietro mille maschere. Il Signore delle Furie danzanti è un thriller di straordinaria suggestione che, attraverso la chiave del mistery [sic], ci mostra l’Impero romano del IV secolo d.C. come illuminante metafora del mondo contemporaneo. Luigi De Pascalis ci restituisce il passato con correttezza storica e stile coinvolgente.

Sinossi tratta dalla seconda di copertina della mia edizione.

Sono venuta a conoscenza di questo romanzo grazie a un post di Elisa, del blog “Le nove muse”. Le sue parole e l’ambientazione tardo-antica mi incuriosirono parecchio, così lo ordinai e lo feci recapitare in Italia. Lo lesse prima il mio papà, infine, ci misi le mani sopra io, ad agosto, durante le ferie.

Avevo già scritto che settembre e le atmosfere pre-autunnali mi stanno conciliando alla lettura di gialli e, dopo Poirot sul Nilo, Il signore delle Furie danzanti è stata una scelta azzeccatissima.

Si tratta di una storia molto complessa in cui i delitti su cui si trovano a indagare Caio Celso e i suoi collaboratori ufficiali e ufficiosi sono solo la punta dell’iceberg. Dietro a un omicidio c’è sempre un movente più o meno chiaro, ma nel romanzo di De Pascalis più si scava per scoprire le ragioni dietro agli omicidi che si susseguono, più ci si trova ad affogare nella melma e a essere coinvolti in un mistero sempre più fitto.

Un giallo decisamente inaspettato, che continua a sorprendere, tanto è vero che, quando si pensa di essere arrivati al climax, non si può fare a meno di ricredersi perché mancano ancora parecchie pagine alla conclusione e a una risoluzione.

I personaggi sono molti e i principali sono talmente ben caratterizzati per cui, a volte, risulta difficile simpatizzare con gli eroi, come a ricordarci che la cultura e il modo di pensare dell’epoca erano diversi dai nostri sotto molto aspetti.

L’autore è bravissimo a ricreare delle ambientazioni credibili e a rendere quell’idea di decadenza che, probabilmente, si respirava a Roma e nell’Impero del IV secolo. Essendo un romanzo, pare concedersi la libertà di usare la Roma dell’epoca come metafora del mondo contemporaneo (come si accenna in sinossi). Da un punto di vista scientifico, questo non è un approccio corretto alla storia, di cui vanno indagate le ragioni e che non è funzionale a fare paragoni di comodo o fuorvianti con il presente.

L’edizione è pregevole e corredata da bellissime illustrazioni.

Consigliato a chi crede di aver letto tutto in ambito di narrativa gialla.

See you soon cyberspace cowboy…

Bibliografia e link:
Luigi De Pascalis, Il signore delle Furie danzanti, Roma, La Lepre Edizioni, 2020
Post di Elisa dedicato romanzo di De Pascalis: https://lenovefigliedizeus.blogspot.com/2021/04/il-signore-delle-furie-danzanti-di.html
Blog “Le nove muse”: https://lenovefigliedizeus.blogspot.com/
Ho scritto di Poirot sul Nilo di Agatha Christie qui: https://ludo-ii.blogspot.com/2021/09/agatha-christie-poirot-sul-nilo.html 

Commenti

  1. Sono contenta ti sia piaciuto e che tu abbia apprezzato anche la veste grafica.

    Del fatto di usare un'epoca come metafora del mondo contemporaneo avevamo già parlato altre volte. Devo dire che in questo romanzo la cosa non mi ha infastidita, passami il termine anzi mi è piaciuto.
    Del resto ci siamo spesso dette anche parlando del Rinascimento che, pur volendo mantenere un approccio coerente e lucido, risulta davvero impossibile interpretare correttamente pensieri e modus operandi dei protagonisti di un'epoca passata, perché per quanti sforzi noi possiamo fare nel cercare di calarci nella parte, il nostro modo di sentire è quello di oggi.

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    1. Questo romanzo ha rappresentato davvero una ventata di aria fresca.

      Per quanto riguarda l'uso dell'epoca tardo-antica come metafora del presente, è decisamente più accettabile in un romanzo che non in altri ambiti.

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  2. Molto interessante, soprattutto per l'ambientazione inusuale per un giallo!

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    1. Infatti lo consiglio molto a chi vuole leggere un giallo sorprendente e inaspettato, non solo per l'ambientazione, in realtà, bensì anche per l'intreccio.

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  3. Mi intriga questo giallo immaginato in questa Roma antica. Finisce con l'essere anche un romanzo storico e non è affatto semplice ricostruire quell'epoca. Interessante.

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    1. L'autore è riuscito a fare un lavoro pregevole, facendo riaffiorare l'epoca tardo-antica e non confinandola a semplice sfondo per un'ambientazione accattivante.

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  4. Ho letto non da molto un romanzo ambientato più o meno in quel periodo storico, mi aveva intrigato tantissimo, questo poi è un giallo, mi ispira ancora di più!

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    1. Ti stai referendo a Severianus. Ammetto che mi ispira parecchio.

      Se ti piacciono i gialli ad ambientazione storica, penso che questo possa piacerti.

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    2. Sì, esatto, mi riferivo proprio a Severianus. Penso che farò salire Il signore delle Furie danzanti nella mia wishlist, mi intriga troppo! :)

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  5. Quella trama mi ha catturato! Non credo di aver letto molti romanzi ambientati in quel periodo ma voglio assolutamente provare.

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    1. L'ho trovato un giallo molto ben scritto con un'ambientazione che davvero cattura. Si può affermare che la Roma del IV secolo sia protagonista insieme ai personaggi.

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