Thrilling comics
Tra le mie ultime letture sono da annoverare un paio di fumetti. Uno, in particolare, mi ha dato diverse soddisfazioni.
Sydney Padua, The thrilling adventures of Lovelace and Babbage
Incontriamo due dei più grandi geni della Londra vittoriana...
Ada Lovelace, figlia di Lord Byron: matematica, giocatrice d'azzardo e proto-programmatrice, i cui scritti contenevano i primi segni di teoria informatca, cent'anni prima che fosse cotruito un vero computer. E Charles Babbage, eccentrico inventore del Difference engine, un enorme macchina calcolatrice meccanica che sarebbe stata il primo computer, se mai l'avesse finita. Ma cosa sarebbe successo se le cose fossero andate diversamente?
(Sinossi liberamente tradotta da quella riprodotta sul retro della mia edizione.)
La grande rivelazione tra le letture della settimana, per quanto mi riguarda.
Ambientato in un universo parallelo in cui Babbage costruì davvero il Difference engine (tecnicamente l'Analytical engine) e Lovelace sperimentò davvero nella programmazione (con le antesignane delle carte perforate!) Due persone, l'hardware e il software del primo computer, la loro storia e le loro avventure in un universo vittoriano un po' steampunk o da romanzo scientifico (si vede che sono in astinenza da Palma e non vedo l'ora che, alla fine del mese, esca l'ultimo capitolo della Trilogia vittoriana.)
Cosa c'è di vero? Charles Babbage ci ha lasciato pagine e pagine di progetti per la costruzione di un calcolatore in grado di compiere operazioni matematiche che, di fatto, corrisponde alle caratteristiche della macchina di Turing: il modello astratto di una macchina che manipola dati, secondo delle regole precise; in soldoni il modello a cui si rifà formalmente qualsiasi macchina che si possa definifire computer in quanto in grado di eseguire algoritmi. Ada Lovelace, dal canto suo, intuì che se la realtà poteva essere formalmente descritta attraverso relazioni matematiche, la macchina di Babbage, accuratamente programmata, poteva opportunamente rappresentare/calcolare queste relazioni.
Nel mondo come lo conosciamo, ovviamente, niente si genera dal nulla e Babbage aveva scritto dei semplici programmi per il suo Analytical Engine, ma quelli della Lovelace erano più complessi e formalmente strutturati, fu, inoltre, la prima a pubblicare e, di qui, il 'titolo' di prima programmatrice di computer che in tanti le attribuiscono.
Squisito fumetto, stracolmo di note a piè di pagina e note di chiusura, appendici di approfondimento, bei disegni, riproduzioni di documenti storici e tutta una sezione dedicata all'Analytical engine, all'aspetto che avrebbe avuto e a come sarebbe funzionato. Parecchi camei, tra i quali vale la pena ricordare Samuel Taylor Coleridge, George Eliot e Lewis Carroll.
Splendida, ironica lettura, nonostante ad autrice e copy editor nella nota a pagina 191 sia sfuggita un'imprecisione madornale... e non riesco a capire come nessuno dei revisori all'interno della Penguin se ne sia accorto, visto che, più o meno, è materia molto vicina alla loro.
Kieron Gillen et al., The wicked + the divine
Ogni novant'anni dodici dei ritornano con le sembianze di giovani uomini. Sono amati. Sono odiati. In due anni, sono tutti morti. Sta succedendo adesso. Sta succedendo di nuovo.
(Breve sinossi tradotta liberamente da quella riportata sul retro del volume.)
In questo fumetto gli dei sono presentati come delle giovani pop/rock star che saranno pure immortali, ma non vivono in eterno, per lo meno nelle loro reincarnazioni umane.
Essendo dei, sono abituati a governarsi da soli, anche se, non volendo rogne e desiderando vivere nel modo migliore possibile i due anni loro concessi sulla Terra, non sono usi fare il bello e cattivo tempo in questo mondo come succedeva spesso con i loro predecessori, incontrati nel mito greco. Tutto questo cambia quando entra in scena un assassino, che li mette nei guai, a partire da Luci(fer), accusata di un omicidio che non ha commesso. E da odiati o amati che erano, gli dei incominciano a essere anche davvero temuti, proprio quello che stavano cercando di evitare. Ma chi sarà questo assassino? Intraprende delle indagini da dilettante, vagamente esaltata, l'ordinaria studentessa universitaria Laura che, nel frattempo, viene a trovarsi sempre più invischiata nell'universo dei divini...
Mah, non è che questo primo volume mi abbia proprio presa, se devo essere sincera. L'ho trovato un primo capitolo molto introduttivo e molto confuso che, basandomi sul mio gusto personale, non ha saputo gettare le basi per intrigarmi e spingermi a proseguire. Il potenziale ci sarà anche, però... Poi è tutto da vedere e può darsi che acquisterò anche il secondo volume e, magari, finirò persino la serie, che consta di cinque numeri.
Incontriamo due dei più grandi geni della Londra vittoriana...
Ada Lovelace, figlia di Lord Byron: matematica, giocatrice d'azzardo e proto-programmatrice, i cui scritti contenevano i primi segni di teoria informatca, cent'anni prima che fosse cotruito un vero computer. E Charles Babbage, eccentrico inventore del Difference engine, un enorme macchina calcolatrice meccanica che sarebbe stata il primo computer, se mai l'avesse finita. Ma cosa sarebbe successo se le cose fossero andate diversamente?
(Sinossi liberamente tradotta da quella riprodotta sul retro della mia edizione.)
La grande rivelazione tra le letture della settimana, per quanto mi riguarda.
Ambientato in un universo parallelo in cui Babbage costruì davvero il Difference engine (tecnicamente l'Analytical engine) e Lovelace sperimentò davvero nella programmazione (con le antesignane delle carte perforate!) Due persone, l'hardware e il software del primo computer, la loro storia e le loro avventure in un universo vittoriano un po' steampunk o da romanzo scientifico (si vede che sono in astinenza da Palma e non vedo l'ora che, alla fine del mese, esca l'ultimo capitolo della Trilogia vittoriana.)
Cosa c'è di vero? Charles Babbage ci ha lasciato pagine e pagine di progetti per la costruzione di un calcolatore in grado di compiere operazioni matematiche che, di fatto, corrisponde alle caratteristiche della macchina di Turing: il modello astratto di una macchina che manipola dati, secondo delle regole precise; in soldoni il modello a cui si rifà formalmente qualsiasi macchina che si possa definifire computer in quanto in grado di eseguire algoritmi. Ada Lovelace, dal canto suo, intuì che se la realtà poteva essere formalmente descritta attraverso relazioni matematiche, la macchina di Babbage, accuratamente programmata, poteva opportunamente rappresentare/calcolare queste relazioni.
Nel mondo come lo conosciamo, ovviamente, niente si genera dal nulla e Babbage aveva scritto dei semplici programmi per il suo Analytical Engine, ma quelli della Lovelace erano più complessi e formalmente strutturati, fu, inoltre, la prima a pubblicare e, di qui, il 'titolo' di prima programmatrice di computer che in tanti le attribuiscono.
Squisito fumetto, stracolmo di note a piè di pagina e note di chiusura, appendici di approfondimento, bei disegni, riproduzioni di documenti storici e tutta una sezione dedicata all'Analytical engine, all'aspetto che avrebbe avuto e a come sarebbe funzionato. Parecchi camei, tra i quali vale la pena ricordare Samuel Taylor Coleridge, George Eliot e Lewis Carroll.
Splendida, ironica lettura, nonostante ad autrice e copy editor nella nota a pagina 191 sia sfuggita un'imprecisione madornale... e non riesco a capire come nessuno dei revisori all'interno della Penguin se ne sia accorto, visto che, più o meno, è materia molto vicina alla loro.
Kieron Gillen et al., The wicked + the divine
Ogni novant'anni dodici dei ritornano con le sembianze di giovani uomini. Sono amati. Sono odiati. In due anni, sono tutti morti. Sta succedendo adesso. Sta succedendo di nuovo.
(Breve sinossi tradotta liberamente da quella riportata sul retro del volume.)
In questo fumetto gli dei sono presentati come delle giovani pop/rock star che saranno pure immortali, ma non vivono in eterno, per lo meno nelle loro reincarnazioni umane.
Essendo dei, sono abituati a governarsi da soli, anche se, non volendo rogne e desiderando vivere nel modo migliore possibile i due anni loro concessi sulla Terra, non sono usi fare il bello e cattivo tempo in questo mondo come succedeva spesso con i loro predecessori, incontrati nel mito greco. Tutto questo cambia quando entra in scena un assassino, che li mette nei guai, a partire da Luci(fer), accusata di un omicidio che non ha commesso. E da odiati o amati che erano, gli dei incominciano a essere anche davvero temuti, proprio quello che stavano cercando di evitare. Ma chi sarà questo assassino? Intraprende delle indagini da dilettante, vagamente esaltata, l'ordinaria studentessa universitaria Laura che, nel frattempo, viene a trovarsi sempre più invischiata nell'universo dei divini...
Mah, non è che questo primo volume mi abbia proprio presa, se devo essere sincera. L'ho trovato un primo capitolo molto introduttivo e molto confuso che, basandomi sul mio gusto personale, non ha saputo gettare le basi per intrigarmi e spingermi a proseguire. Il potenziale ci sarà anche, però... Poi è tutto da vedere e può darsi che acquisterò anche il secondo volume e, magari, finirò persino la serie, che consta di cinque numeri.
See you soon cyberspace cowboy...
Bibliografia e URL:
Sydney Padua, The thrilling adventures of Lovelace and Babbage with interesting & curious anecdotes of celebrated and distinguished characters. Fully illustrating a variety of instructive and amusing scenes: as performed within and without the remarkable difference engine. Embellished with portraits and scientifick diagrams, London, Particular Books, 2015
Ho scritto della Trilogia vittoriana di Felix J. Palma e delle sue disavventure per la pubblicazione in Italia qui: http://ludo-ii.blogspot.co.uk/2015/01/la-trilogia-vittoriana-di-felix-j-palma.html
Kieron Gillen et al., The wicked + the divine. Vol. 1, The Faust act, Berkeley, Image Comics, 2015
Ho scritto della Trilogia vittoriana di Felix J. Palma e delle sue disavventure per la pubblicazione in Italia qui: http://ludo-ii.blogspot.co.uk/2015/01/la-trilogia-vittoriana-di-felix-j-palma.html
Kieron Gillen et al., The wicked + the divine. Vol. 1, The Faust act, Berkeley, Image Comics, 2015
The thrilling adventures of Lovelace and Babbage mi incuriosisce parecchio! Ma qual è la svista madornale di pagina 191?
RispondiElimina@Poebes A pagina 191 l'autrice afferma che la scansione completamente automatizzata dei libri legati in volume è distruttiva perché ne comporta lo smembramento. In realtà, da divesi anni, per quanto siano rari, esistono scanner che girano automaticamente le pagine.
RispondiEliminaSi tratta, in ogni caso, di un fumetto davvero carino e interessante.
Grazie! Io penso che non me ne sarei mai accorta! :)
RispondiEliminaSinceramente non sono il mio genere di lettura, ma il tuo post è davvero interessante.
RispondiEliminaGrazie ^^
@Phoebes Se, poi, finisci per leggerlo, scrivimi cosa ne pensi.
RispondiElimina@Elisa Elisa, non è che stai leggendo proprio un fumetto? Mah, sono proprio curiosa di vedere quello che posterai sul tuo blog nel prossimo futuro.
RispondiEliminaOoooh *_* quel fumetto è geniale! Londra vittoriana... Lord Byron... *campanelli d'allarme*! I disegni mi sembrano incantevoli, e non sai quanto mi incuriosiscono i camei che hai citato. In sintesi, sentiti in colpa, perché ora lo desidero immensamente ma in questo periodo devo risparmiare >_<
RispondiEliminaLudo, certamente, per ora è finito in wishlist, se lo leggo ti farò sapere!
RispondiElimina@Pamela & Phoebes Il 'problema' è sempre lo stesso: too many books...
RispondiEliminaUltimamente mi sto imbattendo in molti articoli riguardanti lo straordinario mondo del fumetto. Un linguaggio altamente dignitoso, da annoverare nelle letterature. Peccato che non ci si renda ancora del tutto conto di questa verità. Le antologie non contengono che qualche riferimento a questo genere.
RispondiEliminaInteressanti i contenuti di questo fumetto "british"!
@Luz Scusa per il terribile ritardo, ma la scorsa settimana è stata piena e non mi sono molto dedicata alle interazioni online. Devo rcuperare anche la lettura di una miriade di post, tra cui il tuo. Sono pure curiosa, in vero, perché riguarda una trasferta.
RispondiEliminaTornando al fumetto, in ogni caso, io ne ho sempre letti, anche se non sono un'appassionata di quelle DOC. Credo che abbia ovviamente dignità pari ad altre forme d'arte. Ultimamente si è incominciato a parlare di graphic novels proprio per caricare il genere di una maggiore importanza... ce n'era il bisogno? Vedremo come andranno le cose.
Se ti butterai nel fumetto, sarò curiosa di leggere delle tue esperienze.