Sólveig Jónsdóttir, Reykjavík Café
Per una donna i trent'anni sono un'età meravigliosa, si comincia a fare sul serio e ad assaporare il bello della vita. Peccato che non sia quasi mai veramente così.
Hervör, Karen, Silja e Mía, ad esempio, sono tutte alle prese con situazioni sentimentali caotiche e insoddisfacenti. C'è quella che si accontenta di saltuarie notti di sesso con l'ex professore di università, chi vive dai nonni, trascorrendo i weekend in discoteca e svegliandosi ogni volta in un letto diverso. Oppure quella che, essendo medico, è spesso costretta a turni fuori casa e, guarda un po', la volta che rientra senza avvisare sorprende il neo marito con una biondina. E poi c'è la più scombinata di tutte: è stata lasciata dal fidanzato, un avvocato benestante, e ora vive in una mansarda in mezzo agli scatoloni del trasloco, faticando a trovrae un lavoro e una direzione nella vita. Le quattro giovani donne non si conoscono né sembrano avere molti punti in comune. A unirle è la pausa obbligata al Reykjavík Café dove, nel buio gennaio islandese, vanno a cercare un po' di calore e dove le loro storie finiranno per intrecciarsi. Finché, fra un latte macchiato e un cocktail di troppo, rovesci del destino e risate condite da improbabili consigli, ognuna troverà il modo di raggiungere la propria felicità, o qualcosa di molto vicino.
(Sinossi riportata sulla seconda di copertina della mia edizione.)
Mi sono procurata questo romanzo dopo aver letto il post a esso dedicato sul blog Le nove muse.
Credo sia stato il primo libro di narrativa islandese che abbia mai letto...
L'ho trovata un'opera, tutto sommato, drammatica, anche se le vicende sono narrate con una certa leggerezza dall'autrice. Storie di donne in crisi in un paese che, dopo essere collassato, si è trovato a dover 'ricominciare'. La vita è difficile, a volte alle persone capitano cose brutte e non è detto che trovino il modo migliore e più sano per reagire, e, sullo sfondo, un'Islanda — Reykjavík, in particolare — che, con i suoi poco più di trecentomila abitanti, si trova davanti un'infinità di nuove possbilità e basi su cui ricostruire la propria dignità, ma anche i cocci di quei rapporti (economici) internazionali che, con tutta probabilità, non riuscirà più a restaurare, per lo meno nel breve termine.
Per quanto riguarda la sinossi, a volume finito, devo ammettere che la trovo un po' fuorviante. Personalmente non mi trovo d'accordo nel definire «la più scombinata di tutte» Mía; credo, invece, che la protagonista con la vita più disordinata sia Karen, con i suoi traumi irrisolti e lo stile di vita distruttivo, da un punto di vista fisico e psicologico.
Hervör, invece, ha bisogno di buttarsi, di trovare il coraggio di incominciare a provare a fare quello che vuole.
Mía ha ricevuto una batosta e ora è il momento di imparare a cavarsela da sola nella propria vita e di fare qualcosa per se stessa.
Silja è costretta ad aprire gli occhi sulla propria vita sentimentale e ammettere con se stessa che, nel passato, ha preferito chiudere gli occhi e ora non le resta che pagarne le conseguenze.
Il finale regala alle protagoniste la stessa possibilità che si è trovata a vivere l'Islanda, quella di incominciare una nuova strada, senza per questo non portarsi dietro il bagaglio di quello che si ha alle proprie spalle.
L'autrice è abile a pervadere l'intera opera di speranza, qualche volta con l'utilizzo dell'ironia per sdrammatizzare, così da rendere un romanzo realista una lettura vagamente più spensierata.
Per quanto mi riguarda, infine, Reykjavík Café mi ha offerto numerosi spunti di rilfessioni e occasioni di confronto con le esistenze delle protagoniste.
Credo sia stato il primo libro di narrativa islandese che abbia mai letto...
L'ho trovata un'opera, tutto sommato, drammatica, anche se le vicende sono narrate con una certa leggerezza dall'autrice. Storie di donne in crisi in un paese che, dopo essere collassato, si è trovato a dover 'ricominciare'. La vita è difficile, a volte alle persone capitano cose brutte e non è detto che trovino il modo migliore e più sano per reagire, e, sullo sfondo, un'Islanda — Reykjavík, in particolare — che, con i suoi poco più di trecentomila abitanti, si trova davanti un'infinità di nuove possbilità e basi su cui ricostruire la propria dignità, ma anche i cocci di quei rapporti (economici) internazionali che, con tutta probabilità, non riuscirà più a restaurare, per lo meno nel breve termine.
Per quanto riguarda la sinossi, a volume finito, devo ammettere che la trovo un po' fuorviante. Personalmente non mi trovo d'accordo nel definire «la più scombinata di tutte» Mía; credo, invece, che la protagonista con la vita più disordinata sia Karen, con i suoi traumi irrisolti e lo stile di vita distruttivo, da un punto di vista fisico e psicologico.
Hervör, invece, ha bisogno di buttarsi, di trovare il coraggio di incominciare a provare a fare quello che vuole.
Mía ha ricevuto una batosta e ora è il momento di imparare a cavarsela da sola nella propria vita e di fare qualcosa per se stessa.
Silja è costretta ad aprire gli occhi sulla propria vita sentimentale e ammettere con se stessa che, nel passato, ha preferito chiudere gli occhi e ora non le resta che pagarne le conseguenze.
Il finale regala alle protagoniste la stessa possibilità che si è trovata a vivere l'Islanda, quella di incominciare una nuova strada, senza per questo non portarsi dietro il bagaglio di quello che si ha alle proprie spalle.
L'autrice è abile a pervadere l'intera opera di speranza, qualche volta con l'utilizzo dell'ironia per sdrammatizzare, così da rendere un romanzo realista una lettura vagamente più spensierata.
Per quanto mi riguarda, infine, Reykjavík Café mi ha offerto numerosi spunti di rilfessioni e occasioni di confronto con le esistenze delle protagoniste.
Bibliografia e URL:
Sólveig Jónsdóttir, Reykjavík Café, [Venezia], Sonzogno, 2015
Post dedicato a Reykjavík Café sul blog Le nove muse: http://lenovefigliedizeus.blogspot.it/2015/04/reykjavik-cafe-di-solveig-jonsdottir.html
Sono contenta ti sia piaciuto ^^
RispondiElimina@Elisa E ora sono in attesa di un tuo nuovo post per un'altra ispirazione.
RispondiEliminaCiao Ludo!!!
RispondiEliminaHo visto questo titolo quando è uscito, ma non mi aveva così colpito da leggerlo. Copertina straordinariamente accattivante, trama (per me) forse sfuggente. Ancora adesso, pur essendo interessata visto la tua opinione, non riesco a spingermi a leggerlo, non so bene per quale motivo, forse arriverà il suo momento una volta o l'altra...
Cmq bella recensione Ludo!!!!!
xo
Endi
p.s. secondo volume della Bilotti: letto. Piaciuto? Non troppo ... se il primo mi aveva in qualche modo coinvolto questo non è riuscito a prendermi...spero nel terzo!!!
@Endi La copertina gratifica anche il mio gusto personale. La sinossi è piuttosto sfuggente... alla fine, se non avessi letto il post di Elisa, l'avrei lasciato sullo scaffale.
RispondiEliminaPer quanto riguarda la Bilotti, sono proprio curiosa di leggere la tua reazione sul terzo, soprattutto per quanto riguarda la gestione del... "big bang".
... lo leggo praticamente in attesa del "big bang".
RispondiEliminaxo
Endi
@Endi Aaaaaaaaaaah... temo per te... ho riscontrato che è meglio proprio non farse delle grandi aspettative per quanto riguarda il 'big bang'.
RispondiEliminaL'ho adocchiato in libreria attratta da titolo e copertina (mi trasmette pace e intimità!) L'ambientazione mi ispira moltissimo dato che sogno un giorno di visitare l'Islanda. Dalla tua recensione mi sembra una lettura molto piacevole... e tra l'altro nemmeno io credo di aver mai letto nulla di letteratura islandese. Potrebbe essere un buon inizio ^^
RispondiElimina@Pamela Lo studio di marketing dietro alla copertina deve essere stato mirato a catturare persone come me e te perché la grafica mi ha davvero conquistata. Dopo aver letto il post di Elisa, sono stata solo contenta di beneficiare anche del bonus copertina.
RispondiElimina... a proposito di belle copertine, sempre Sonzogno, e di trame interessanti ...
RispondiEliminahttp://www.sonzognoeditori.it/autori/libro/4542599-mistero-a-villa-del-lieto-tramonto
mi ispira molto !!!
xo
Endi
p.s. A proposito di Grey ... ho vivsto! Da noi è privisto per il 2 luglio, mi pare, sempre Mondadori. Sono molto curiosa: o è una c****a pazzesca o un romanzo difficile da non rileggere ... entrambe possibilissime dal mio pov ... non resta che leggerlo :) Ora sto invece prendendo in considerazione un libro piuttosto controverso che è stato appena pubblicato dalla Newton "I suoi occhi su di me" di Aurora Belle ... mi intriga la trama (anche se è non poco spaventosa) sono molto curiosa ... e poi ovviamente leggo Agatha Raisin ... la amo!!!
@Endi Le nuove scelte grafiche di Sonzogno sembrano destinate proprio a me, per farmi cascare come una pera cotta. La sinossi, per altro, mi ispira assai.
RispondiEliminaPer quanto riguada Grey, non credo che lo leggerò, anche perché io non ho letto nemmeno Cinquanta sfumature di grigio, onde ragion per cui...
I suoi occhi su di me intriga anche me, in vero. Il fatto che sia una trilogia, però, mi frena.
@Ludo
RispondiEliminaVero, ma la Belle ha pensato a protagonisti differenti per tutti e tre i romanzi... Ecco perché la cosa mi intriga assai!!!! :)
@Endi Eh, sei un po' una tentatrice...
RispondiEliminaLo sto leggendo in questi giorni. Mi manca meno di metà libro. Tornerò a leggere le tue opinioni dopo averlo finito ^_^
RispondiElimina@Muriomu E io andrò a leggere le tue. Questo libro è stato decisamente una gradita sorpresa. È una fortuna che mi sia imbattuta nel post dedicato sul blog Le nove muse.
RispondiElimina