Un posto a Solaris e un posto all'ombra
Stanisław Lem, Solaris
Solaris è il capolavoro della fantascienza filosofica.
Siamo nel lembo più estremo dell'universo esplorato dal genere umano. Un astronauta, dalla Terra, approda nella stazione spaziale che gira intorno al pianeta Solaris. Qui trova un'atmosfera di mistero e sospetto: nessuno lo accoglie, i pochi ospiti della astronave sembrano angosciati e sopraffatti, c'è un morto recente a cui si allude con circospezione ma senza sorpresa, gli oggetti subiscono strane deformazioni, si avvertono presenze. Solaris è noto agli umani come il grande pianeta «vivente». Appare in forma di vasto oceano e avrebbe dovuto conflagrare se la sua orbita avesse seguito le leggi della fisica. Ma è come dotato di capacità cosciente di reazione e questa capacità sembra legata alle apparizioni di fantasmi, proiezioni viventi di incubi, sogni e fantasie.
L'astronauta è costretto a interrogarsi, mentre lo contagia la stessa angosica che domina in tutto l'ambiente. Sul mistero della morte del compagno, innanzittutto. ma questo lo spinge verso maggiori enigmi da svelare: se Solaris ha una propria vita, e che tipo alternativo di forma di vita; se le «apparizioni» hanno una qualche spiegazione accessibile; se tutta questa attività ha un fine, in qualche modo legato ai destini esistenziali degli umani. Se non è tutto addirittura un immane messaggio.
Un'avventura avvincente e carica di attesa e mistero. Ma si potrebbe dire anche un'avventura epistemologica, nel senso che presenta alla lente della riflessione un numero enorme di quesiti che abitano i rami della filosofia. Fra essi, il più suggestivo sembra essere il tema dell'Identità, del Soggetto, dell'Io. Non esiste l'Io unico e identico a se stesso. ognuno è un arcipelago di Io, e ciascuna delle isole di questo arcipelago si muove nei confronti dell'Io che le contiene, come un universo parallelo.
Del resto, la mente, i suoi confini, le sue possibilità, i suoi legami con la potente macchina che la sorregge, il cervello, sono i temi attorno ai quali hanno sempre ruotato le storie di fantascienza di questo scrittore di Leopoli, cresciuto a Cracovia, esperto cibernetico, che è annoverato tra gli influenti capostipiti della moderna fiction di realtà virtuali.
(Sinossi riportata su seconda e terza di copertina della mia edizione.)
«Solaris è il capolavoro della fantascienza filosofica.» Solaris è, in effetti, un romanzo di fantascienza senza fuochi d'artificio o effetti speciali di stampo tradizionale. Il genere fantascientifico è funzionale alla rappresentazione dell'uomo e della realtà nella letteratura che, secondo Lem, erano talmente complessi e miseriosi da non potere essere guardati che attraverso la lente della fantascienza.
Il saggio di Francesco M. Catalucci, che complete l'edizione Sellerio di Solaris, mette in evidenza il pensiero dell'autore polacco e alcune delle teorie e delle scoperte scientifiche dell'epoca dalle quali fu verosimilmente influenzato.
Lem non era un fautore della suddivisione del sapere: riteneva controproducente che una quantità di discipline (branchie della scienza) diverse studiassero lo stesso oggetto polisemico, il medesimo fenomeno, lo considerava decisamente limitante. Apprezzava, invece, la filosofia/scienza del passato, l'enciclopedismo, la cultura una e unica. Questa sua propensione emerge un po' in tutto il romanzo e, in particolar modo, quando fa risaltare le incomprensioni tra i membri dell'equipaggio (tutti con specializzazioni diverse) al momento di dover decidere come dover affrontare quello che sta succedendo, che soluzioni tentare (per esempio nell'episodio in cui si discute la possibilità di costruire un annientatore di neutrini.) Evidentemente era alieno al lavoro di gruppo, come lo concepiamo noi oggi, che va al di là delle estremizzazioni del 'famigerato' team working, incubo della gran parte degli introversi di questo mondo, e si incentra piuttosto sul concetto di collaborazione, da realizzarsi nei modi più vari, in cui ognuno apporta il proprio contributo al fine di raggiungere i massimi risultati. Alla luce di ciò e delle convinzioni di Lem, non sorprende, a questo punto, che tra le persone della base di Solaris aleggi uno scarso spirito di cooperazione.
Solaris fu pubblicato nel 1961 e, come si scriveva sopra, riecheggia delle teorie e scoperte dell'epoca: vi ritroviamo i neutrini, per esempio, ma soprattutto una, per così dire, applicazione pratica del principio di esclusione (Pauli) e della teoria della sincronicità (Jung). Se il primo dimostrò come nello spazio le particelle si comportino in modo inspiegabilmente coordinato, il secondo aveva teorizzato che «un evento psichico trova un parallelo in qualche evento esterno non psichico, pur non esistendo tra i due fattori alcun nesso casuale, ma solo un parallelismo di significato.» (Catalucci, pp. 313-314.) E se c'è qualcosa di evidente in Solaris è che, in prima istanza, niente è casuale e che, in secondo luogo, l'uomo è forzatamente portato a guardare all'ignoto, così come alla realtà familiare, con gli stessi strumenti di conoscenza, indistintamente. Questo, di per sé, potrebbe già essere fuorviante, ma a essere ancora più terrificante è che l'uomo cerchi di afferrare il significato di ciò che lo circonda quando non riesce nemmeno a capire se stesso, i recessi più profondi del suo essere.
In sinossi si fa cenno all'ipotesi dell'«arcipelago di Io.» Ecco, non credo questa venga esplorata, poi, così a fondo in Solaris, ma è qualcosa in cui credo e che ho sempre contrapposto — in modo più o meno cosciente — al nichilismo avvilente di Uno, nessuno e centomila, che ho sempre negato e in cui non mi riconosco (per quanto apprezzi i lavori di Piradello.)
Solaris è un datato classico della fantascienza e mi aspettavo che non sarebbe stato di agevole lettura. L'ho trovato, al contrario, estremamente accessibile per prosa e stile della narrazione. Mi sento di consigliarlo anche a chi legge poca fantascienza.
L'edizione Sellerio è la prima, in lingua italiana, a essere stata tradotta direttamente dall'originale in polacco.
«Solaris è il capolavoro della fantascienza filosofica.» Solaris è, in effetti, un romanzo di fantascienza senza fuochi d'artificio o effetti speciali di stampo tradizionale. Il genere fantascientifico è funzionale alla rappresentazione dell'uomo e della realtà nella letteratura che, secondo Lem, erano talmente complessi e miseriosi da non potere essere guardati che attraverso la lente della fantascienza.
Il saggio di Francesco M. Catalucci, che complete l'edizione Sellerio di Solaris, mette in evidenza il pensiero dell'autore polacco e alcune delle teorie e delle scoperte scientifiche dell'epoca dalle quali fu verosimilmente influenzato.
Lem non era un fautore della suddivisione del sapere: riteneva controproducente che una quantità di discipline (branchie della scienza) diverse studiassero lo stesso oggetto polisemico, il medesimo fenomeno, lo considerava decisamente limitante. Apprezzava, invece, la filosofia/scienza del passato, l'enciclopedismo, la cultura una e unica. Questa sua propensione emerge un po' in tutto il romanzo e, in particolar modo, quando fa risaltare le incomprensioni tra i membri dell'equipaggio (tutti con specializzazioni diverse) al momento di dover decidere come dover affrontare quello che sta succedendo, che soluzioni tentare (per esempio nell'episodio in cui si discute la possibilità di costruire un annientatore di neutrini.) Evidentemente era alieno al lavoro di gruppo, come lo concepiamo noi oggi, che va al di là delle estremizzazioni del 'famigerato' team working, incubo della gran parte degli introversi di questo mondo, e si incentra piuttosto sul concetto di collaborazione, da realizzarsi nei modi più vari, in cui ognuno apporta il proprio contributo al fine di raggiungere i massimi risultati. Alla luce di ciò e delle convinzioni di Lem, non sorprende, a questo punto, che tra le persone della base di Solaris aleggi uno scarso spirito di cooperazione.
Solaris fu pubblicato nel 1961 e, come si scriveva sopra, riecheggia delle teorie e scoperte dell'epoca: vi ritroviamo i neutrini, per esempio, ma soprattutto una, per così dire, applicazione pratica del principio di esclusione (Pauli) e della teoria della sincronicità (Jung). Se il primo dimostrò come nello spazio le particelle si comportino in modo inspiegabilmente coordinato, il secondo aveva teorizzato che «un evento psichico trova un parallelo in qualche evento esterno non psichico, pur non esistendo tra i due fattori alcun nesso casuale, ma solo un parallelismo di significato.» (Catalucci, pp. 313-314.) E se c'è qualcosa di evidente in Solaris è che, in prima istanza, niente è casuale e che, in secondo luogo, l'uomo è forzatamente portato a guardare all'ignoto, così come alla realtà familiare, con gli stessi strumenti di conoscenza, indistintamente. Questo, di per sé, potrebbe già essere fuorviante, ma a essere ancora più terrificante è che l'uomo cerchi di afferrare il significato di ciò che lo circonda quando non riesce nemmeno a capire se stesso, i recessi più profondi del suo essere.
In sinossi si fa cenno all'ipotesi dell'«arcipelago di Io.» Ecco, non credo questa venga esplorata, poi, così a fondo in Solaris, ma è qualcosa in cui credo e che ho sempre contrapposto — in modo più o meno cosciente — al nichilismo avvilente di Uno, nessuno e centomila, che ho sempre negato e in cui non mi riconosco (per quanto apprezzi i lavori di Piradello.)
Solaris è un datato classico della fantascienza e mi aspettavo che non sarebbe stato di agevole lettura. L'ho trovato, al contrario, estremamente accessibile per prosa e stile della narrazione. Mi sento di consigliarlo anche a chi legge poca fantascienza.
L'edizione Sellerio è la prima, in lingua italiana, a essere stata tradotta direttamente dall'originale in polacco.
Non ci provo neanche...
... a giustificarmi, intendo. In questi mesi sono stata molto impegnata e, volente e in parte nolente, ho accantonato il blog. Adesso, però, l'attività su internet ha incominciato a mancarmi e spero proprio di ritornare a dedicarmici con una certa dedizione.
Questo è il centesimo post che pubblico. Mi sono trovata a completarlo durante una giornata terribilmente piovosa e ventosa, isolata nel piccolo centro in cui vivo, con poche possibilità di muovermi, con gli autobus che non possono praticare le strade allagate, i treni che non corrono in Cumbria e gran parte del Lancashire a causa delle raffiche di vento. Mi sento quasi prigioniera in casa... A pensarci bene, questa sarebbe stata la giornata perfetta per incominciare Solaris.
Spero che il numero cento, tondo due volte (e il numero dei canti della Commedia, tanto per fare una citazione dotta,) mi porti bene. Spero di tirarmi fuori dall'ombra (dal vento e dalla pioggia) e ricacciare la testa al sole. Sono quasi timorosa, quasi quanto, tempo fa, decisi di affacciarmi al mondo della rete con questo blog. Da allora molte cose sono cambiate, fuori e dentro di me. Ho compreso, di recente, come mi sia capitato di bloggare e leggere per evadere, ma non in modo sano, diciamo per fuggire da certe questioni. Non me ne ero resa nemmeno del tutto conto all'epoca, ci è voluto tempo per capirlo.
Mah, non mi resta che vedere come andranno le cose adesso...
See you soon cyberspace cowboy.
Bibliografia
Stanisław Lem, Solaris, Palermo, Sellerio,2014
Innanzitutto complimenti per il tuo 100° post!!
RispondiEliminaDevo dire ho provato ad avvicinarmi più volte a Solaris, purtroppo però non sono mai stata in grado di leggerlo perchè non mi sentivo dell'umore di farlo, ma effettivamente, come fai intendere tu ne post, potrebbere essere un buon punto di riflessione per diverse argomentazioni fisiche e metafisiche.
Detto ciò non so se sia a causa del tempo (che ho visto essere in tv davvero pessimo dalle tue parti) piuttosto che un periodo di riflessione, ma sento un pò di malinconia nelle tue parole e spero tanto che tu, anche scrivendo tramite il tuo blog, abbia trovato il modo di superarele questioni che si sono presentate sulla soglia...
Trova il modo che ti fa star bene e il restoverrà da se!!
Un abbraccio grande
Endi
@Endi E vai... Guarda, il tempo sta rovinando tutti — TUTTI — i miei programmi. Tra 5 minuti sarei dovuta essere a Birmingham, invece sono bloccata in Cumbria e non so affatto se riuscirò a muovermi domani. Ottobre e novembre sono stati dei mesi produttivi, ma in cui non sono sempre riuscita a fare quello che volevo. Però sono stati dei mesi anche di scoperte e riscoperte.
RispondiEliminaSolaris lo consiglio.
Ciao Ludo!!!
RispondiEliminaBentornata! Mi sei mancata!
Ti capisco anche io ultimamente sono un po' latitante sulla mia pagina.
Senza che tu te ne renda conto, la rete ti assorbe completamente e ad un certo punto devi arretrare per far posto ad altro.
Ultimamente ho diversificato un po' i miei interessi e così, visto che le giornate non sono di 48 ore, ho dovuto sacrificare un po' la lettura.
Non conoscevo Solaris, lo terrò a mente...
Se ti va comunque di rimanere in contatto, blog a parte, su Le Nove Muse trovi il mio indirizzo e-mail.
A presto ^^
@Elisa Grazie! Speriamo di riprendere davvero questa volta. Negli ultimi due mesi stavo guardando al blog in standby con malinconia e anche con un po' di timore... paura di non sapere bene come riprenderlo. Nella seconda parte dell'anno ho letto di meno, decisamente. Già quello per me è stato un colpo, anche se, in tutta sincerità, non posso dire che le altre attività a cui mi sia dedicata non le ritenga importanti. Vedremo... A presto.
RispondiEliminaUna sola cosa: scrivi.
RispondiEliminaScrivi perché lo fai bene e una blogger come te non può mancare.
Anch'io mi riaffaccio al mio blog dopo molte settimane. Ho perso il filo ma... dobbiamo ritrovare il bandolo della matassa!
@Luz Grazie! Ho intenzione di mettermi di impegno. Mi piace il blog e mi è mancato. In bocca al lupo anche a te.
RispondiElimina