Come eravamo… Con la straordinaria partecipazione di George Orwell
Dopo aver
terminato La donna di scorta di Diego
De Silva, ho dovuto prendermi una pausa dalla letteratura: ero stata colpita
così positivamente, che sentivo la necessità di non avvicinarmi immediatamente
a della nuova narrativa. Mi sono rivolta, quindi, alla saggistica.
Dal mio viaggio a
Londra, lo scorso giugno, ero tornata con dei libri, tra cui anche Books v. cigarettes, una raccolta di
saggi brevi di George Orwell. Ho pensato fosse la lettura ideale per
l’occasione.
Penso che la saggistica, in
linea generale, invecchi ‘peggio’ della letteratura perché siamo tutti figli del
tempo in cui viviamo e, cambiando il mondo, mutano le nostre prospettive su di
esso e quello che osservavamo nel passato è differente da quello che abbiamo
sotto gli occhi oggi. Queste osservazioni, in realtà, sono in parte vere anche
per la letteratura, ma è molto più semplice leggere sempre gli stessi topoi declinati secondo i diversi canoni di
un’epoca in narrativa, poesia o teatro, che non sotto forma di, per esempio,
articolo pubblicato su una rivista specialistica.
Tornando a Books v. cigarettes,
non ho potuto fare
a meno di trovare curiosi e, a volte, desueti e ingenui — sì, lo ammetto
e non mi sento in colpa per questo — i pensieri espressi da
Orwell. Riporterò, qui di seguito, alcune frasi tratte dalla raccolta e
vi
aggiungerò qualche considerazione personale. Scientificamente questo metodo è deprecabile:
si tratta di estrapolare e manipolare, senza tener conto dell'onestà che
si deve a se stessi, agli argomenti che si trattano e ai terzi. In
questo post, tuttavia, non ho alcuna
pretesa critica seria, desidero solo stuzzicare dei potenziali lettori.
[…]
it seems that I possess altogether nearly 900 books. (p. 3)
Come Petrarca,
prima di lui, anche Orwell pare possedere una biblioteca personale decisamente
contenuta. E, tra l’altro, non era il tipo di persona che andava in biblioteca.
Il che conferma che ci sono stati dei grandi scrittori che, pure leggendo poco,
scrivevano bene. Sono convinta, in ogni caso, che sia generalmente valido uno
dei consigli che vengono dati più spesso agli aspiranti scrittori: leggete
molto e scrivete molto.
Modern
books for children are rather horrible things, especially when you see them in
the mass. Personally I would sooner give a child a copy of Petronius Arbiter
than Peter Pan, but even Barrie seems
manly and wholesome compared with some of his later imitators. (p. 10)
Lucrezio batte
Petronio, dal mio punto di vista, se proprio vogliamo nutrire i bambini con la
letteratura latina. Immagino, però, che per Orwell Lucrezio fosse tropo
‘romantico’.
Above
a quite low level, literature is an attempt to influence the viewpoint of one’s
contemporaries by recording experience. (p. 30)
Glissando su
quella che Orwell avrebbe potuto considerare letteratura di basso livello,
quanto è vero quello che dice adesso? Lo scrittore di letteratura ha come scopo
principale quello di influenzare il punto di vista di qualcuno mettendo per
iscritto la propria esperienza? Credo che oggi questa affermazione sia
riduttiva e, in ogni caso, si applichi meglio alla saggistica. C’è chi scrive
‘semplicemente’ per se stesso e per lo stesso pubblico di cui fa parte, ossia i
lettori con gli stessi suoi gusti.
Orthodox
Catholicism, again, seems to have a crushing effect upon certain literary
forms, especially the novel. During a period of three hundred years, how many
people have been at once good novelists and good Catholics? (p. 36)
E questa cosa
sarebbe? Una non poi tanto velata asperrima critica a Graham Geene?
What
colour were those eyes, I wonder? I remember them as green, but actually no
human being has green eyes […] (p. 81)
Probabilmente
così si osservava allora, ma oggi il verde è considrato il più comune tra I
colori rari degli occhi.
Potrei
continuare, ma il troppo storpia. Ho sempre trovato rischioso avvicinarmi
alla saggistica di autori di cui ho letto le opere letterarie: ho paura
di rimanere male nel vedere quello che pensano davvero, nel prenderli alla lettera.
Trovo interessante, tuttavia, esplorare un po’ e superare i limiti nelle mie
letture. Leggere Books v. cigarettes
mi ha provocato, talvolta, qualche doloretto, ma niente a cui non possa far
fronte.
Bibliografia e URL:
George Orwell, Books v. cigarettes, London, Penguin, 2008
Ho scritto de La donna di scorta qui: http://ludo-ii.blogspot.co.uk/2014/08/italians-do-it-for-better-or-for-worse.html
Ho scritto de La donna di scorta qui: http://ludo-ii.blogspot.co.uk/2014/08/italians-do-it-for-better-or-for-worse.html
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