Prima il male, poi il perturbante, infine l'amore

Le letture recenti di cui vi parlo in questo post mi hanno fatto compagnia durante gli spostamenti in autobus, nei caffé, alla lavanderia self-serive e durante le pause sul lavoro. Ma vediamo alcuni dei libri che ho letto ultimamente.

Sarah Pinborough, Mayhem
1888
Nei fumosi vicoli di una pericolosa Londra, Jack lo Squartatore è al lavoro. Ma la sua ombra è lunga e, nell'oscurità più profonda, un altro killer guarda, uno con un'origine molto più sinistra.
Il dottor Thomas Bond è l'uomo a cui è stato affidato l'incarico di investigare il caso e, mentre si viene a trovare sempre più invischiato nelle squallide fumerie d'oppio di Londra, incomincia a chiedersi: è un uomo quello che ha portato il caos per le strade di Londra o un mostro?
(Sinossi liberamente tradotta dal retro della mia edizione.)

Questo romanzo è costruito attorno a degli omicidi realmente accaduti e conosciuti come Thames Torso murders, rimasti irrisolti.

Si tratta di un giallo d'ambientazione storica, che strizza l'occhio al paranormale con una certa eleganza.

Come spesso avviene per i murder mysteries, ci ho messo un po' prima di decidermi a leggere il libro della Pinborough: ancora quando uscì, nel 2013, ricordo di averlo lasciato sullo scaffale di Blackwell's di South Bridge, a Edimburgo, nonostante mi piacesse la copertina; qualche mese fa, poi, trovai la brossura in offerta a £ 1,99 a Lancaster e decisi di acquistarla, giusto perché ne avevo sentito parlare bene; alla fine mi sono decisa a leggerlo, grazie anche alla recensione di Endimione, sul suo blog, qui (ed. italiana: Sarah Pinborough, Omicidio a Whitehall, Fanucci, 2014.)

Mayhem è l'opera che mi ha ispirato quel male che ho inserito nel titolo. Qui non scriverò affatto dell'elemento investigativo presente, ma mi concentrerò sulla rappresentazione del male nel libro, che è ciò che mi ha intrigata maggiormente. Nel romanzo il male si concepisce sostanzialmente sotto due forme: il male umano, qualcosa di insito nella persona, impalpabile; e il male concreto e mondano, con una fisicità tangibile, come avesse delle dimensioni. Il caos (mayhem), a Londra, è questo ultimo tipo di male ad averlo portato.

Siamo così abituati a concepire il male come uno stato dell'essere, che l'autrice ha deciso di provare a prendere un'altra strada, dando al male nel libro una fisicità specifica e, soprattutto, una collocazione terrena, elementale, si potrebbe dire. Un male che potrà anche essere soprannaturale, ma non è di certo ultraterreno. In realtà non ha fatto niente di nuovo, bensì ha riproposto qualcosa di già visto, ma così riesce a stuzzicare il lettore. 

Da lettrice — con un punto di vista privilegiato, praticamente onnisciente — mi ha interessata molto anche osservare come i personaggi della storia reagiscono a questo tipo di male e, pure comprendendo i motivi delle loro azioni, mi è spesso capitato di non condividerle.

Un'altra nota la merita quello che possiamo identificare come protagonista e anche come eroe, Thomas Bond. Per quanto stia dalla parte dei buoni, è sempre, di fatto, a un passo dal diventare un cattivo e, in fondo in fondo, ne è consapevole, ma rifiuta di ammetterlo.

Il romanzo mi è davvero piaciuto. Ora non mi resta altro che aspettare che esca in brossura (l'edizione in legatura rigida è già disponibile) il secondo libro della serie, Murder. Sì, pare proprio che le avventure del Dr Bond non si concluderanno nel secondo volume.

Robert Aickman, Dark entries
Raccolta di racconti del perturbante, almeno a parer mio ed è per questo che ho usato questo aggettivo nel titolo al post.  Aickman (1914-1981) preferiva definirli racconti «strani»; genericamente e per comodità, oggi si parla di «racconti dell'orrore», come si specifica nell'introduzione alla mia edizione dell'opera, pubblicata in occasione del centenario dalla nascita dell'autore.

Dark entries è una raccolta di sei racconti sinistri, inspiegabili e paurosi. Tutti incominciano in modo pressoché innocuo, ma poi... In diversi di essi il desiderio sessuale è una componente fondamentale ed è quello che condurrà il protagonista maschile nel proprio personalissimo inferno. Aickman non fa soccombere allo stesso 'errore' le donne (The school friend e Bind your hair,) ed è genericamente più benigno nei loro confronti, soprattutto nel tratteggiarle come sicure di loro stesse e combattive, ma fa intuire che il loro destino, al di là della pagina scritta, potrebbe nascondere delle brutte sorprese.

Dark entries contiene quello che è diventato uno dei racconti più celebri di Robert Aickman, Ringing the changes. Il mio preferito rimane The view, in cui un artista che soggiorna su un'isola, ospite di una donna di cui si innamora perdutamente, si accorge che la vista dalla finestra della propria camera cambia molto in fretta ed è diversa dal paesaggio visibile esternamente e da qualsiasi altra stanza...

Questo volumetto ha rappresentato una lettura ideale durante gli spostamenti sui mezzi pubblici.

Hiromi Kawakami, Strange weather in Tokyo
Una sera, mentre sta bevendo d sola in un bar della zona, Tsukiko si ritrova seduta accanto al proprio ex-professore delle scuole superiori. Nei mesi che seguono condividono cibo e bevono sake, e mentre passano le stagioni — dai primaverili fiori di ciliegio ai funghi autunnali — Tsukiko e il suo professore giungono a sviluppare un'esitante intimità che pende goffamente e in modo commovente verso l'amore.
(Sinossi liberamente tradotta dal retro della mia edizione.)

Avevo addocchiato questo libro in una libreria a King's Cross Station, a Londra, ed ero rimasta subito attratta dalla copertina. Mi ritrovai, così, a leggere la trama, che mi catturò immediatamente. Tornata in Cumbria, lo comprai qualche giorno più tardi.

Non leggo molta letteratura giapponese e non sono un'esperta di cultura nipponica. Il Giappone, però, mi incuriosisce molto. Quando ho tempo, quindi, mi diletto a guardare jibtv (soprattutto Tokyo eye), diversi dorama made in Japan e a leggere manga e guardare anime.

Ciò specificato, è naturale che disponga di ben pochi strumenti per riuscire a scorgere tante delle sfumature sicuramente presenti in questo testo. Posso limitarmi a dire di aver trovato la storia estremamente delicata e commovente. Racconta, tra le altre cose, delle piccole e grandi difficoltà a cui sempre si va incontro quando un legame si trasforma in amore (il terzo elemento nel mio titolo) e l'amore in una relazione che, perché funzioni, bisogna essere in grado di inserire in un'esistenza complessa che va al di là dei rapporti intrattenuti tra due persone.

Questo romanzo è disponbile anche in edizione italiana, per i tipi di Einaudi, con titolo: La cartella del professore      

Bibliografia e URL:
Sarah Pinborough, Mayhem, London, Jo Fletcher Books, 2014
Recensione di Endimione al romanzo della Pinborough sul blog Bostonian Library: http://bostonianlibrary.blogspot.co.uk/2014/06/recensione-omicidio-whitehall-di-sarah.html 
Robert Aickman, Dark entries, London, Faber & Faber, 2014
Hiromi Kawakami, Strange weather in Tokyo, London, Portobello Books, 2014
jibtv: http://www.jibtv.com/    

Commenti

  1. Tanto di cappello per la recensione di Mayhem Ludo, alcune cose che hai colto in un certo senso me le hai fatte notare tu ora sotto una luce divera e mi hanno spinto a rileggelo per approfondirlo meglio in questo senso!! Proprio bella! Mi ispiara anche il secondo, per il terzo sono indecisa... Vedremo!

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  2. @Endimione Grazie. Credo che alcuni degli aspetti più interessanti di quest'opera sia impossibili trattarli senza fare spoiler, ma ci sarebbe molto da scrivere.

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  3. Porca miseria! Questo "Dark entries" non lo conoscevo. Grazie della dritta! Vado subito a cercarlo!

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  4. @Obsidian M Prego. Aickman scrisse parecchi racconti e, in occasione del centenario dalla nascita, la Faber & Faber li sta ripubblicando tutti.

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  5. @Muriomu Sì, anche secondo me è davvero bella. L'hanno riproposta anche per l'edizione italiana Omicidio a Whitehall.

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