Diane Setterfield, Bellman & Black


Inghilterra, età vittoriana
William Bellman è un bambino che mira con una fionda a un corvo e, rimanendo lui stesso esterrefatto, lo colpisce, trovandosi per la prima volta a faccia a faccia con la morte.
Qualche anno dopo William Bellman è un uomo intelligente e fortunato negli affari, talmente capace da riuscire a trionfare in qualsiasi impresa commerciale decida di intraprendere, prima nel mulino di campagna in cui incomincia la sua scalata verso il successo e, poi, nel suo enorme emporio dedicato al lutto, che vende tutto quello che è necessario per affrontare la morte di qualcuno, dalle bare agli indumenti, all'oggettistica.

William Bellman è una persona che, a un certo punto della propria vita, ha iniziato a dedicarsi esclusivamente al lavoro. Perché? Perché la sua esistenza è perseguitata dall'oscurità?

Avevo parlato dell'uscita di questa pubblicazione qui. Si tratta del secondo libro di Diane Setterfield dopo il successo di The thirteenth tale (La tredicesima storia) del lontano 2006. Bellman & Black è definito sulla sovracoperta una storia di fantasmi, espressione che, opportunamente, non compare sul frontespizio. Il romanzo non è una storia di fantasmi, quanto meno non vi si trova alcuna manifestazione ectoplasmatica o fantasma classico alla Ghostbusters. William Bellman è, però, un uomo tormentato da fantasmi interiori e rincorso dall'oscurità ed è un uomo che corre lui stesso, sempre in fuga, che si nasconde, seppellendosi nel lavoro.

Questo secondo lavoro della Setterfield è decisamente diverso dal primo, La tredicesima storia, e chi si aspetta un'opera dai vaghi richiami gotici, che racconti di misteri e libri non li troverà in Bellman & Black. Questo è un romanzo che parla di un uomo, del modo in cui ha deciso di affrontare alcuni aspetti della propria vita, in particolare, e delle conseguenze che ne seguono; è un libro che è stato ispirato dai corvi, che nel testo diventano delle figure simboliche, e dei quali si scopriranno interessanti abitudini e mitiche leggende.

Per me il punto forte di Bellman & Black è la scrittura: la prosa è sciolta ed estremamente curata, densa e pregnante, tant' è vero che, nonostante la scorrevolezza, la lettura è risultata moderatamente lenta. Le atmosfere del romanzo mi hanno riportato alla mente The woodlanders (Nel bosco) di Thomas Hardy, per quanto riguarda la prima parte, e Al paradiso delle signore di Émile Zola, nella seconda parte, al punto da farmi chiedere se sono state delle letture che hanno particolarmente colpito la Setterfield o se le porto profondamente incise nella testa io. Superfluo scrivere che in Bellman & Black si può vedere anche qualcosa di Henry James, come è un po' inevitabile quando i personaggi di un libro sono afflitti da fantasmi della mente.

Bellman & Balck è un libro dove non esistono coincidenze, bensì solo connessioni, dove nulla accade per caso. Bellman & Black è un romanzo impregnato di morte e credo sia giusto sottolinearlo, ma personalmente l'ho trovato così ben scritto che non ho fatto fatica a leggerlo, infatti è vero il contrario.

Bibliografia e URL:
Pagina in cui parlavo della prossima uscita di Bellman & Black: http://ludo-ii.blogspot.co.uk/2013/06/fantasmi-in-arrivo.html
Diane Setterfield, Bellman & Black, London, Orion Books, 2013
Pagina dedicata a Bellman & Black sul sito della casa editrice Orion Books: http://www.orionbooks.co.uk/books/detail.page?isbn=9781409128045 

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