I'm back in the Torino groove...

... grazie ai libri.

Il trauma da rientro in Cumbria è concreto e reale come la depressione post-Harry Potter, se, poi, ci mettiamo che ho lasciato, in Italia, una primavera decisaente mite e ho ritrovato, in Inghilterra, l'autunno...

Uno dei momenti più piacevoli trascorsi in patria è stato sicuramente la visita al Salone Internazionale de Libro (sì, capitalizziamo tutto, per una volta) di Torino. Se date una scorsa al post dedicato, scoprirete che ho fatto bottino. Eccomi, dunque, qui a parlare di un paio dei libri che ho acquistato proprio alla fiera del libro. 

Stefania Bertola, La soavissima discordia dell'amore
Agnese è appena tornata dalla Cina, dove il suo fidanzato l'ha lasciata per sposare due sorelle cinesi. Perciò non è un bel momento, per lei, e trovare casa sua occupata da un inquilino abusivo non migliora la situazione. D'altra parte però neanche Margherita, sua vecchia compagna di classe, se la passa troppo bene: ha mandato a monte il suo matrimonio quindici giorni prima delle nozze per amore di un violoncellista vennese. La sua collega attrice Teresa, invece, questo coraggio non riesce a darselo: anche lei vorrebbe mandare a monte le nozze con Arturo, ormai imminenti, ma non ha il coraggio di dirlo. Emilia invece non se la sente di affrontare la sua difficile situaizone coniugale: è sposata con un medico che lavora per un'associazione umaitaria in Kivu, e che lì si è fatto anche una nuova famiglia...
Anche Tancredi Orizzone in arte Smallville era compagno di classe di Agnese, Emilia e Margherita, ed è proprio lui, attore e miliardario, a riportare in vitaun antico progetto teatrale che renderà l'esistenza delle nosre quattro ragazze ancora più complicata... O no?

(Sinossi riportata sul retro della mia edizione.)

Meglio di così? Questo libro si ambienta proprio a Torino, città natale di Stefania Bertola. I libri di Stefania Bertola hanno sempre funzionato bene come comfort books, esattamente come quelli di Susanna Kearsley (ne ho già parlato qui.) Questo non ha fatto eccezione.

Anche in questo romanzo il punto forte è l'ironia che la Bertola porta avanti per centinaia di pagine, riuscendo a mantenere intatto il sorriso del lettore per tutto il tempo della lettura. Più leggo i libri di questa autrice, più mi convinco di quanto sia difficile scrivere opere buffe, mantenere un tono pungente e intelligente nel corso di tutta la narrazione. Chi pensa che fare ridere sia più facile che fare piangere/riflettere sopra i minimi e i massimi sistemi, insomma, credo dovrebbe rettificare le proprie opinioni.

Alcuni personaggi del romanzo, come spesso accade nella produzione letteraria della Bertola, sono un po' macchiette. Le caricature, però, sono usate con sapienza, quasi con moderazione, per dare colore al racconto e non per strafare.

Rocco Rotella è il personaggio più sopra le righe: un estroso e impetuoso regista teatrale, crudo e violento sulla scena così come nella vita di tutti i giorni. Agnese è un po' la protagonista principale perché, se è vero che nel libro si dà spazio a tutti, lei è quella che emerge e che si segue con maggiore trasporto (la stessa cosa capitò con Violetta di Biscotti e sospetti ed Emma di A neve ferma.) In un certo senso, è la versione femminile di Rotella, non è meno sanguigna e manesca... Una donna che se mi trovassi davanti nella realtà troverei insopportabile e, probabilmente, mi farebbe anche paura. Nel libro, però, ho finito per tenere per lei e per trovarla più simpatica della dispotica Rosi, la dispotica e dura moglie di Tancredi, uomo debole e — soprattutto — senza uno straccio di dignità, naturalmente portato a subire a causa della propria indole di smidollato (eh, sì, perché qui non si tratta solo di debolezza, appunto, bensì anche di mancanza di carattere in generale.)

Consigliato anche questo. Ora sono un po' in crisi perché ho terminato i libri che mi ispirano della Bertola.

Antoine Laurain, La donna dal taccuino rosso
Una molletta per capelli, una boccetta di profumo Habanita, qualche vecchia fotografia, una bottiglia di Evian da mezzo litro, un fermaglio con un fiore di stoffa azzurro, una penna a sfera Montblanc nera, un paio di dadi rossi, tre sassolini sicuramente raccolti in luoghi significativi, un romanzo di Patrick Modiano con dedica, un portachiavi dorato con incisi alcuni geroglifici, un accendino, una ricetta delle animelle di vitello strappata da una rivista femminile, un burrocacao, una bustina di Efferalgan, un taccuino rosso con annotata una lunga lista di "Ho paura..." e una di "Mi piace..."
Ecco cosa può esserci nella borsa di una donna, ed ecco cosa c'è in quella color malva che, un mattino, il libraio Laurent trova abbandonata su un marciapiede nelle strade di Parigi. La proprietaria, aggredita e rapinata da un ladro la notte precedente, si è rifugiata in un albergo poco distante. Prende una camera e si addormenta, convinta di non aver bisogno di cure. Il giorno successivo, però, il concierge la trova in coma e chiama subito i soccorsi. Contemporaneamente, Laurent comincia a sfogliare il taccuino della donna misteriosa. Rimane affascinato dai suoi pensieri, si perde fra annotazioni, sogni e ricordi. Gli sembra una pazzia, ma decide di cercarla. Da dove cominciare, però? L'unico indizio a sua disposizione è la dedica di Modiano, un vago "A Laure, in ricordo del nostro incontro sotto la pioggia" — scarabocchiato sul frontespizio — che non sembra essere di grande aiuto. Almeno fino a quando Chloé, la figlia adolescente di Laurent, gli suggerirà di rivolgersi a Modiano in persona. [...]
Tra mistero, divertimento, indagine e leggerezza, un'inchiesta romantica in piena regola che racconta il tempo magico di un amore che nasce.

(Passi della sinossi tratti dalla seconda e dalla terza di copertina della mia edizione.)

L'esemplare in mio possesso di quest'opera è stato anche esso acquistato al Salone Internazionale del Libro di Torino, come il romanzo della Bertola. Sarò sincera: volevo trattenermi, anche se la sinossi non mi dispiaceva. Alla fine la spinta finale all'acquisto me l'ha data il post trovato sul blog Il giro del mondo attraverso i libri.

Libro molto francese... come a dire: ho scoperto l'acqua calda. Ambientato a Parigi, con protagonisti parigini, con personaggi che fumano — non Laurent a Laure, però, naturalmente — con i caffé, con un finale che usa persino la stessa tecnica narrativa del finale de Il favoloso mondo di Amelie... La vicenda si svolge in un'atmosfera un po' trasognata e i dialoghi non virgolettati aiutano a immergersi ancora di più nella dimensione di un sonno ovattato e confortevole.

Più che un romanzo, una sorta di lungo racconto diviso in capitoli brevi ed essenziali: l'autore non si perde in parole. I personaggi principali sono, tutto sommato, anonimi, probabilmente perché tutti possono divenire protagonisti di un'avventura, anche di un'avventura letteraria.

Libro piacevole, che si può esaurire in poche ore e sicuramente libro arrivato al momento giusto per me. 

Bibliografia e URL:
Post dedicato al Salone Internazionale del libro di Torino: http://ludo-ii.blogspot.co.uk/2015/05/il-salone-internazionale-del-libro-di.html
Stefania Bertola, La soavissima discordia dell'amore, Milano, Tea, 2012
Parlo dei comfort books A neve ferma di Stefania Bertola e The shadowy horses di Susanna Kearsley qui: http://ludo-ii.blogspot.co.uk/2015/05/un-ritorno-che-si-e-fatto-attendere.html
Ho scritto di Biscotti e sospetti qui: http://ludo-ii.blogspot.it/2014/12/i-bevuti-del-periodo-natalizio.html
Antoine Laurain, La donna dal taccuino rosso, Torino, Einaudi, 2015
Post dedicato a La donna dal taccuino rosso sul blog Il giro del mondo attraverso i libri: https://girodelmondoattraversoilibri.wordpress.com/2015/04/18/la-donna-dal-taccuino-rosso-antoine-laurain/  

Commenti

  1. Bel post Ludo!!!

    Ci siamo sfiorate (vivo vicino a To) ;)
    Bei consigli e sono contenta che tu abbia preso in considerazione il taccuino ;) è un romanzo carinissimo, poi fammi sapere :)

    xo
    Endi

    p.s. Grazie per avermi avvertito sullo sceneggiato di Norrell ;) non vedo l'ora!!!!!!
    Buon 2 di giugno!!!!

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  2. @Endi Ma, dai! E tu sei stata al Salone?

    In ogni caso, alla fine La donna dal taccuino rosso mi è piaciuto. L'ho trovato un libro molto francese, come scrivevo nel post.

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  3. Purtroppo no... forse è perchè sono troppo vicina e non pianificando alla fine poi non ci vado... Uffi!!!! Quest'anno l'intenzione c'era e anche seria, ma poi mi sono presa un raffreddore da paura e puf! tutto sfumato!!
    Spero per il prossimo anno... ma ormai sono 3/4 anni che lo dico. O vado o continuo a procrastinare mi sa!!

    Si, vero... estremamente francese ;) Non so tu, tuttavia io a volte ho proprio bisogno di romanzi "estremamente francesi" ... hai mai letto (a proposito) la Pancol?

    Endi
    p.s. sono al secondo romanzo (meno uno!!) della Bilotti ... presto ti saprò dire qualcosa ;)

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  4. @Endi Eh, credo che capiti spesso quando le cose siano vicine, per quanto possa sembrare assurdo.

    Non ho mai lettola Pancol. A dire il vero, ho sentito opinioni molto contrastanti sulla sua trilogia. Inizialmente, in vero, mi ispirava assai perché l'avevano paragonata a Balzac e, anche se come lui nessuno, sai com'è... Poi, però, ho sentito gente che diceva che era noiosa e che faceva del name dropping in continuazione. Non so più.

    Endi, so già come va a finire la trilogia della Bilotti, anche se non l'ho letta. Alcuni lettori mi hanno detto che la grande rivelazione del terzo libro è gestita un po' alla cavolo.

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  5. A me la Pancol è piaciuta molto perchè descrive con estrema normalità, quotidianità la vita e il pensiero di vita francese. Ovvio che se da un lato è decisamente interessante tuffarsi in queste storie di normalità (tra figli, figle, amori, dissapori, ecc...) dall'altro a volte c'è un prolungarsi delle situazioni che per chi non è abituato o propenso a leggere di queste tematiche, vengono a noia. Io poi ho letto le sue due trilogie - non libri autoconclusivi - quindi a maggior ragione ecco che se non ti piacciono ti viene voglia di bruciarli...

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  6. Il fatto che quella della Pancol sia una trilogia mi scoraggia un poco. Però la terrò presente.

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  7. Due osservazioni. E' vero che è difficile scrivere ironicamente e scrivere sull'ironia. In sostanza si tratta di far sorridere, fare amare i propri personaggi, farli restare sospesi in quel tempo non tempo dove tutto è preso con un pizzico di filosofia e con leggerezza. Lo posso constatare con il teatro, l'ironia è difficile.
    Poi sullo stile tipicamente francese, dico: lo adoro! E' uno stile che possono possedere solo personaggi come l'indimenticabile Poulain. Anche qui si tratta di leggerezza, mista a ironia, ma sullo sfondo di una città senza tempo.

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  8. @Luz Ti è mai capitato di leggere un libro della Bertola? Io confesso di avere un rapporto conflittuale con la letteratura francese contemporanea: ne leggo poca, quidi non ci sono abituata, e spesso mi capita di non sentirla nelle mie corde.

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  9. No, mai letta. E di fatto mai letta letteratura francese contemporanea. Continuo a preferire quella classica e ciò che mi hanno dato Flaubert e Hugo per dirne due. :-)

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  10. @Luz Ah, ecco. Anche io apprezzo la narrativa francese del passato, mi sembra essere più nelle mie corde che non quella conemporanea.

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  11. Devo decidermi a leggere qualcos'altro della Bertola... tra l'altro credo sia perfetta come lettura estiva: briosa, intelligente ma leggera.

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  12. @Pamela Anche io credo che la Bertola sia molto adatta come lettura estiva o come comfort fiction, in generale, nel mio caso.

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  13. No, questa te la devo proprio dire: stavo spolverando la biblioteca nella parte alta, dove i libri sono in doppia fila e... trovo questo libro della Bertola. Mi è stato regalato ad un compleanno di 5 anni fa da due attori della Compagnia, e me ne ero totalmente dimenticata!
    L'ho sfogliato e mi ha incuriosita non poco, dato anche il tuo post, ergo sarà inserita nelle mie letture estive. :-)

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  14. @Luz Immagino abbia senso che te lo abbiano regalato perché si parla di teatro, ma proprio per questo motivo potrebbe anche essere un libro che ti fa prudere le mani.

    Spero ti faccia sorridere.

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