The perks of being... in Cumbria: Bridge House

© National Trust (visto che, a me, la giornata di sole non è capitata)

Dopo giorni di assenza, ritorno con un post vagamente mondano, un po' culturale, uno scorcio di storia del Lake District, di Ambleside, una delle località più chic della zona, una di quelle dove si trovano anche i turisti per cui venire nel Distretto dei laghi significa comprare dell'abbigliamento sportivo all'ultimo grido e farsi coccolare in resort a 5 stelle e, magari, fare una puntata alla casa di Beatrix Potter... Che avete capito? Li invidio, almeno in parte.
 
Siamo ad Ambleside, appunto, vicino al lago Windermere, e, su di un ponte sullo Stock, si erge Bridge House, un cimelio del XVII secolo.

Il nome evocativo è, in realtà, un po' limitativo perché Bridge House sarà anche stata una casa, ma nacque come magazzino per le mele. I Braithwaite, una potente famiglia della zona, possedevano delle terre su entrambe le sponde del torrente e costruirono, quindi, inizialmente un ponte e, poi, un edificio per conservare i frutti del loro meleto. Nel tempo si è diffusa la voce che il sito specifico — un ponte, sopra un corso d'acqua — sia stato scelto al fine di non pagare le tasse per l'occupazione del suolo.

Che bella trovata! Riporta un po' alla mente tutti quei bei castelli 'scoperchiati', senza tetto, per non pagare le tasse sugli immobili chiusi. In realtà, però, non c'è alcuna prova che i Braithwaite si siano preoccupati di sfuggire al pagamento delle imposte e, vista la loro grande influenza in quel periodo, probabilmente non si curavano affatto di tali questioni. Probabile, invece, che avessero scelto un ponte per l'effetto refrigerante che l'acqua corrente, al di sotto, aveva sulla frutta. Il pavimento di Bridge House è, tra l'altro, di dura pietra e, di conseguenza, si raffredda facilmente.

Inizialmente Bridge House aveva due porte d'accesso: era possibile attraversare il ponte passando attraverso la casa. All'inizio dell'Ottocento, però, l'entrata sul retro fu murata per inserire una stufa, con necessario camino annesso.

È in questo periodo che l'edificio venne trasformato in una sala da tè. E qui c'è da chiedersi quante persone riuscissero a sedersi e bere del tè all'interno di Bridge House. Probabilmente era una sala da tè molto esclusiva o, forse, il tè veniva sì preparato all'interno, ma poi consumato esternamente.

Bridge House è, infatti, piccola piccola: composta da due minuscole stanze, su due piani. Nella stanza al piano terra (l'unica aperta al pubblico attualmente) ci si muove con una certa difficoltà in 4, in piedi... figuriamoci a stare seduti a un tavolino sorseggiando del tè!

L'interno di Bridge House
Uno dei motivi principali per cui questo edificio è così rinomato, oltre alla caratteristica struttura e posizione, è per il fatto che negli anni Quaranta del XIX secolo era occupato da una famiglia di... 8 persone! Apparentemente 8 persone, per essere precisi. Certo, l'età vittoriana era appena incominciata, e probabilmente gran parte dei membri di questa famiglia trascorrevano la giornata fuori, lavorando, per poi tornare solo a dormire, ma, a pensarci, è comunque impressionante. Come se non bastasse, il pater familias, John Rigg, usava il piano terra come proprio laboratorio e negozio: costruiva e riparava sedie impagliate.

Turista in posa e compagno che le scatta una fotografia. Tipico.

In anni più recenti Bridge House diventò una bottega di calzolai. Uno di questi, all'inizio del Novecento, usava il piano superiore come piccionaia. Durante la seconda Guerra mondiale Bridge House divenne un negozietto di antiquariato e, quindi, un ufficio informazioni e un gift shop. Ora è un edificio in cui si può entrare e dove si trova sempre qualcuno pronto a raccontarti la sua lunga, lunghissima storia.

Si tratta di una delle attrazioni più fotografate del Lake District, vista la sua unicità.  Come nell'immagine qui sopra, è la norma imbattersi in turisti che scattano fotografie su fotografie a memoria della loro visita.   

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Commenti

  1. Mi sei mancata, Ludo! In ogni caso... bentornata :)
    Sai che sul tuo blog scopro cose fantastiche tutte le volte? Come questa casina-piccina-picciò! Mi ha ricordato il "Bevimi" di Alice...

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  2. @Nina Bello il paragone con la bottiglia con l'etichetta "Bevimi". Sono davvero lieta di non vivere nella casetta piccina picciò che, per inciso, non ha il riscaldamento (la stufa non funziona), non ha il WC (ma era sottinteso), non ha acqua corrente... Cielo, manco una notte ci passerei, al momento.

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  3. @Elisa Si tratta, davvero, di un edificio unico. Ironia della sorte, è così piccolo e decentrato che alcune persone ci passano vicino quasi senza notarlo. Quando se ne accorgono, però, è un tripudio di fotografie.

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  4. Bellissimo post!!!
    Chissà, forse un giorno, ci passerò volentieri :)

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  5. @Endi Con i viaggi che, mi sembra aver capito, ti capita di fare, potresti anche capitare qui, chi lo sa.

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  6. Ma è bellissima!!!
    aggiungendoci due stanze, il riscaldamento e l'acqua, io ci vivrei subito!

    P.S. ma quella nella prima foto in alto sei tu o una persona che non si spostava mentre fotografavi? :P

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  7. @Manuela Di certo Bridge House sta reggendo meglio la prova del tempo che non la casa sulla cascata di Andrew Lloyd Wright, quindi l'idea di un ipotetico traslocco non è, poi, così balzana... certo, un paio di stanze in più ci vorrebbero proprio.

    La persona nella prima foto in alto è un uomo e non sono io. La persona nell'ultima foto (o la prima, partendo dal basso) nemmeno sono io. L'idea era quella di scattare una foto che ritraesse un momento tipico: un turista che si fa fotografare nei pressi di Bridge House. Ma io ho solo scattato la foto, non ne sono il soggetto.

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  8. poteva essere una donna pero'!
    il maglione fa delle pieghe che possono sembrare un pochino di seno!

    cosa intendi sulla casa di Wright, si sta smollando?

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  9. @Manuela Diciamo che la casa di Wright ha sempre avuto dei grossi problemi di infiltrazioni. Rimane davvero bella, però, per quanto possa ammirare dalle fotografie.

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